Le donne hanno bisogno di politiche del lavoro che le aiutino a fronteggiare la crisi economica. Questa ha avuto pesanti conseguenze sulle loro condizioni di lavoro, fra disoccupazione, part time – il numero di donne che lavora part time è di gran lunga superiore a quello degli uomini – e tagli ai servizi sociali, che le costringono a occuparsi da sole di tutte le responsabilità familiari, dalla cura dei figli agli anziani. Per non parlare del gap del salario, che rimane inferiore del 17% a quello degli uomini. Questi i temi al centro di una relazione sul miglioramento della vita delle donne in Europa approvata martedì dalla Commissione dei Diritti delle donne del Parlamento europeo.
Gli stati membri dovrebbero incoraggiare le donne imprenditrici. Gli asili aziendali dovrebbero rappresentare una priorità. E in ogni politica economica e di lavoro della Commissione europea dovrebbe trovare posto ed essere integrata l’uguaglianza dei generi. Questi le principali indicazioni che emergono dalla relazione.
Se le donne sono generalmente meno pagate e hanno meno garanzie sul lavoro, sono anche le più esposte durante un periodo di crisi. La deputata francese di centro destra Elisabeth Morin-Chartier, relatrice per il PE del dossier sulle conseguenze della crisi sulle donne, ha infatti commentato: “All’inizio della crisi economica gli uomini sono stati le prime vittime, ma oggi le donne si trovano di fronte ad una crisi silenziosa che peggiora le condizioni di lavoro”. Da questa impasse bisogna uscire.


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