Stop uccisione pulcini maschi, Animal Equality: la legge rischia di rimanere sulla carta (Foto Pixabay)

C’è una legge che introduce il divieto di uccisione dei pulcini maschi in Italia entro la fine del 2026 ma è ancora incompleta e rischia di rimanere sulla carta. La scadenza per l’emanazione dei provvedimenti rimasti in sospeso era fissata per il 7 aprile 2024 ma la mancata attuazione della normativa rischia di continuare a favorire l’abbattimento di milioni di pulcini attraverso pratiche dolorose.

Così, forte anche delle firme di oltre 110 mila cittadini italiani che nel 2020 hanno aderito a una petizione sul tema, l’associazione Animal Equality è scesa in strada oggi a Roma per protestare contro i ritardi nell’attuazione della legge che appunto vieta l’uccisione dei pulcini maschi nell’industria delle uova. Questa mattina gli attivisti di Animal Equality hanno manifestato con striscioni e cartelli davanti al Ministero dell’Agricoltura e al Ministero della Salute per chiedere di adottare i provvedimenti ancora mancanti necessari per fermare l’uccisione dei pulcini maschi, come previsto dalla legge approvata nel 2022.

«Oggi siamo qui per far sentire la voce degli animali e chiedere di rispettare le norme che li dovrebbero tutelare – ha detto Ombretta Alessandrini, responsabile delle Campagne di Animal Equality ItaliaEsiste una legge che vieta espressamente di abbattere i pulcini maschi, uccisi a milioni in Italia ogni anno, eppure finché il governo tarderà ad adottare gli ulteriori provvedimenti necessari per la sua attuazione, questo divieto rischia di rimanere solo su carta. A subirne gli effetti più dolorosi sono animali appena nati e indifesi, uccisi poche ore dopo essere venuti al mondo, solo perché l’industria non li considera utili ai propri scopi. Questo è inaccettabile. Il governo deve rispettare il proprio mandato nei confronti di Parlamento, cittadini e animali».

Pulcini maschi e industria delle uova

L’associazione ricorda che ogni anno in Italia oltre 30 milioni di pulcini maschi vengono gassati o triturati vivi, ancora coscienti, perché considerati scarti di produzione dall’industria delle uova. Attualmente, l’adozione dei provvedimenti relativi alla legge 4 agosto 2022, n.127, che istituisce il divieto di uccisione dei pulcini maschi in Italia entro la fine del 2026, risulta ancora incompleta. La scadenza per l’emanazione dei provvedimenti rimasti in sospeso era fissata per il 7 aprile 2024 e la mancata attuazione della normativa rischia di continuare a favorire l’abbattimento.

Per garantire che il divieto di abbattimento sia efficace, il decreto attuativo della legge prevede tra l’altro l’implementazione e la promozione delle tecnologie di ovosessaggio all’interno dell’industria delle uova. Queste tecnologie sono in grado di rilevare il sesso dell’embrione e di evitare l’uccisione mediante triturazione dei pulcini una volta nati. Nonostante le necessità previste dalla legge, spiega Animal Equality, attualmente non risultano tuttavia fondi stanziati per sostenere la transizione verso l’ovosessaggio da parte delle aziende.

Lo scorso mese i deputati del Movimento 5 Stelle Alessandro Caramiello, Sergio Costa e Susanna Cherchi hanno presentato alla Camera un’interrogazione attraverso cui viene chiesto al Governo come intende attuare il divieto previsto dalla legge adottata ad agosto 2022.


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