Dove prima c’era uno stabilimento balneare sede della gestione di affari di mafia, c’è ora “Onda Libera”, il primo stabilimento balneare confiscato alle mafie, oggi trasformato in un lido per la formazione della legalità democratica e della corresponsabilità. Accade a Torre di Scanzano Ionico, in provincia di Matera, dove lo stabilimento “Squalo beach” – sequestrato al clan tarantino degli Scarci dalla Polizia di Stato di Scanzano il 30 settembre del 2011 nell’ambito dell’operazione “Octopus”,  coordinata dalla Squadra Mobile di Taranto su disposizione della Procura antimafia di Lecce – è stato affidato all’associazione Libera dai custodi giudiziari nominati dal Tribunale di Lecce.

Secondo l’accusa, il lido “Squalo Beach”, intestato ai figli e ai nipoti di Franco Scarci, di fatto veniva gestito dal boss ed era utilizzato come base logistica per la pesca di frodo con esplosivi e come luogo di incontro di malavitosi lucani e calabresi. L’area, ora affidata a Libera, ospiterà nei prossimi mesi attività sociali e culturali rivolte in particolare ai gruppi di giovani che parteciperanno a E!State Liberi, campi di volontariato che Libera organizza a livello nazionale.

“Una giornata importante per la Basilicata – ha commentato Don Marcello Cozzi, vicepresidente nazionale Libera – la confisca di questo lido è la dimostrazione della forza innovatrice della legge 109. Si tratta semplicemente di un pezzo di terra, una striscia di spiaggia, eppure ha lo stesso valore, perché confiscare non significa solo aggredire i patrimoni ma significa soprattutto privare i mafiosi dei simboli del loro potere. E in questo territorio ridare alla società questo pezzo di terra in riva al mare ha la stessa forza intrinseca del riutilizzo sociale dei beni confiscati alla ‘ndrangheta in Via Veneto a Roma”.


Vuoi ricevere altri aggiornamenti su questi temi?
Iscriviti alla newsletter!



Dopo aver inviato il modulo, controlla la tua casella per confermare l'iscrizione
Privacy Policy

Parliamone ;-)