Assegni per l’invalidità civile calcolati senza il reddito del coniuge. “Sia nella liquidazione dell’assegno ordinario mensile di invalidità civile parziale, sia per la pensione di inabilità civile si continuerà a far riferimento al reddito personale dell’invalido”. Arriva oggi la marcia indietro dell’Inps, col ritiro della circolare 149 del 28 dicembre, provvedimento che aveva creato scalpore nei giorni scorsi – denuncia la CGIL – perché prevedeva che gli invalidi civili al 100%, per avere la pensione di invalidità, dovessero fare riferimento non più al reddito personale ma anche a quello del coniuge. L’Inps ha diramato oggi un provvedimento dove si prevede infatti che “sia nella liquidazione dell’assegno ordinario mensile di invalidità civile parziale, sia per la pensione di inabilità civile si continuerà a far riferimento al reddito personale dell’invalido”.
Soddisfatta la CGIL – per la quale il provvedimento si prefigurava come “palesemente iniquo e vessatorio nei confronti del mondo della disabilità” – e anche Cittadinanzattiva, che chiede all’Inps di attenersi alle sue competenze e sollecita l’ascolto delle associazioni dei cittadini.
Commenta Tonino Aceti, responsabile del Coordinamento nazionale delle Associazioni dei malati cronici (CnAMC) di Cittadinanzattiva: “Bene il passo indietro fatto dall’Inps, ma siamo preoccupati dalla evidente invasione di campo che l’Istituto pensionistico aveva attuato con la circolare, oggi ritirata anche a seguito dell’intervento del Ministro Fornero e della mobilitazione di sindacati ed associazioni contro il provvedimento”, che sarebbe scattato da quest’anno.
“In assenza di tale dietrofront, anche l’Indirizzo politico fornito dal Parlamento con la legge di stabilità rispetto al supporto alla non autosufficienza sarebbe caduto nel vuoto: da una parte lo Stato avrebbe dato, dall’altro avrebbe tolto, con la conseguenza per i cittadini di non ricevere alcun sostegno – prosegue Aceti – Come Cittadinanzattiva chiediamo che l’Inps si attenga strettamente alle sue competenze e, al tempo stesso, che il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, nella sua annunciata attività di approfondimento della materia, tenga conto degli orientamenti già espressi sulla materia dalla Corte Costituzionale e colga l’occasione per approfondire, con il parere delle associazioni dei cittadini, dei pazienti e delle persone con disabilità, anche la Nota interna Inps del 20 settembre 2010 che rivede i requisiti per la concessione delle indennità di accompagnamento. Monitoreremo attentamente gli ulteriori sviluppi della vicenda stigmatizzando ulteriori decisione illegittime e penalizzanti i diritti dei cittadini”.


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