Il Comitato per i diritti sociali del Consiglio europeo richiama l’Italia per non aver fatto abbastanza per colmare e disparità di accesso ai servizi sanitari di interruzione volontaria della gravidanza.

“L’Italia”, aggiunge il Comitato, “non ha dato informazioni sulle misure prese per prevenire atti di molestia morale contro i medici non obiettori di coscienza”.

Già nel 2016 il Consiglio europeo aveva rilevato tali lacune, intervenendo a seguito del ricorso collettivo della Cgil sull’applicazione della legge 194. 

Il Comitato chiede quindi ulteriori informazioni all’Italia entro ottobre 2019 riguardo alle misure introdotte per ridurre le restanti disparità, sia sull’accesso delle donne all’interruzione di gravidanza, che per assicurare una distribuzione più omogenea dei medici non obiettori sull’intero territorio nazionale.

Inoltre chiede informazioni sulle misure preventive e risarcitorie adottate per proteggere il personale medico non obiettore da discriminazioni e molestia morale.  


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