E’ ancora lunga la strada che l’Italia deve percorrere per dare un impulso decisivo alle carriere ‘rosa’. E’ quanto è emerso oggi nel corso del convegno organizzato dall’Abi “Donne, banche e sviluppo: l’Italia che cambia passo per crescere”. In realtà non siamo messi proprio male: se guardiamo al settore bancario – fulcro del convegno di oggi – le lavoratrici bancarie rappresentano oltre il 43% dell’occupazione complessiva. Più della metà dei neo assunti sono donne. Tra il 2015-2017 è prevedibile che si raggiunga la parità di presenza con gli uomini nel sistema bancario.Tuttavia il livello rimane ancora inferiore rispetto ai principali Paesi Europei, ma il nostro Paese appare in netto recupero. Negli ultimi 5 anni (2005-2010) l’incremento della presenza femminile è secondo solo a quello registrato in Spagna ed è pari a quasi un punto percentuale all’anno.
“Le donne italiane – ha dichiarato il Presidente dell’Abi, Giuseppe Mussari – stanno dimostrando una capacità di adattamento alla crisi superiore a quella degli uomini. Non sfugge a nessuno come il tema delle donne nell’economia del Paese sia strategico. Non si può più tardare. Occorre andare, attraverso riforme strutturali, verso il superamento di tutti i vincoli che frenano lo sviluppo delle carriere femminili e l’accesso alle posizioni più elevate, anche a causa dei prevalenti legami con la cura della famiglia”. Mussari ha ricordato che il settore del credito è in prima linea nel sistema produttivo nazionale quanto a valorizzazione delle risorse femminili: “Prova ne è – ha detto – l’ultimo rinnovo contrattuale con forme di flessibilità che consentono di poter gestire, meglio che altrove, il tempo di lavoro, compatibilmente con quello dedicato agli altri impegni della vita quotidiana”.


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