Abbattimento pulcini maschi, Animalisti: il decreto c'è, ma non basta

Abbattimento pulcini maschi, Animalisti: il decreto c'è, ma non basta (fonte immagine: Animal Equality)

Il Governo ha emanato il decreto attuativo relativo all’applicazione della legge che vieta l’abbattimento dei pulcini maschi entro il 31 dicembre 2026 all’interno dell’industria delle uova.

Un decreto che, secondo Animal Equality, “non basta, in quanto non tiene debitamente conto delle raccomandazioni fornite dalle organizzazioni per la protezione degli animali, limitando di fatto il divieto di abbattimento selettivo dei pulcini maschi da parte dell’industria delle uova”.

Ogni anno – ricorda Animal Equality – in Italia tra i 25 e i 40 milioni di pulcini maschi vengono uccisi per triturazione o soffocamento, perché considerati veri e propri scarti di produzione dall’industria delle uova. Si tratta di pratiche dolorose, di cui questi animali sono vittime entro le prime 24 ore di vita.

“Attraverso il decreto attuativo per l’adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del Regolamento CE n.1099/2009 “Sulla protezione degli animali durante l’abbattimento”, il Governo ha ora deciso di adottare alcune misure che limitano la sofferenza di milioni di pulcini maschi, ma – sottolinea l’associazione – ha anche stabilito alcune deroghe che riducono l’impatto di questa misura“.

 

Abbattimento dei pulcini maschi, la posizione di Animal Equality

Il testo del decreto proposto dal Ministero della Salute – spiega Animal Equality – stabilisce innanzitutto il divieto generale di abbattimento selettivo dei pulcini maschi, e in ogni caso “il divieto totale dell’abbattimento per macerazione”, ovvero tramite triturazione. Il decreto ammette tuttavia delle deroghe al divieto in oggetto a causa delle quali questi animali continueranno a morire.

In particolare, “il decreto ammette delle ampie deroghe al divieto di abbattimento selettivo in caso di errori di sessaggio, blocco o malfunzionamento delle macchine di ovosessaggio, per necessità di depopolamento, per necessità di salute pubblica e in caso di abbattimento dei pulcini per fini scientifici“.

“Inoltre, per quanto riguarda i pulcini maschi nati, il decreto stabilisce la possibilità che siano affidati alle associazioni che dispongano dei requisiti necessari, ma anche l’alternativa di destinarli all’alimentazione animale: sarebbe preferibile – sottolinea Animal Equality – che le associazioni vengano consultate obbligatoriamente e che la seconda possibilità diventi soltanto residuale“.

“Per garantire che l’importante divieto di abbattimento stabilito dal Governo sia efficace, il decreto prevede poi l’implementazione e la promozione delle tecnologie di ovosessaggio, in grado di rilevare il sesso dell’embrione e di evitare la loro uccisione mediante macerazione. D’altra parte – prosegue l’associazione – è previsto che l’ovosessaggio possa avvenire fino al 14° giorno di incubazione dell’uovo, il doppio rispetto a quanto indicato dalle organizzazioni per la protezione degli animali sulla base delle ricerche più autorevoli e condivise dalla comunità scientifica, che indicano 14 giorni come un periodo di tempo eccessivo per il riconoscimento del sesso del pulcino, che potrebbe quindi provare dolore“.

L’appello delle associazioni per la protezione degli animali

“La legge votata dal Parlamento nel 2022 ha segnato un cambiamento storico per i diritti degli animali in Italia e ora siamo il terzo paese in Europa a dotarci di questa decisione pionieristica. Tuttavia, con l’attuale decreto attuativo l’impegno del Governo a sostegno degli animali non è sufficiente“, dichiarano le associazioni Animal Equality, CIWF Italia, Essere Animali, Animal Law Italia e LAV.

“Il benessere di questi animali non può infatti essere garantito completamente se non adottando tecniche adeguate ai pareri scientifici più autorevoli: ovvero abbassando i giorni di vita dell’embrione concessi per l’ovosessaggio e limitando le deroghe previste per l’abbattimento in casi di emergenza. In mancanza di questi interventi, i pulcini continueranno a soffrire e a morire per mano dell’industria delle uova in maniera del tutto legale. Confidiamo quindi che nel corso dei lavori parlamentari il testo del decreto venga rivisto e migliorato”, concludono.


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