La concreta parità è ancora lontana. Sono drammatici i numeri sulla violenza di genere e sulle vessazioni che le donne sono costrette a subire sui luoghi di lavoro. E dunque, se l’8 marzo ha un valore, è anche quello di partire da una riflessione sulla condizione femminile per cambiarla, consapevoli delle conquiste fatte nel tempo ma anche del percorso, lungo, che va fatto. Questo il senso della posizione espressa oggi da Federconsumatori, che in occasione della Giornata della donna afferma: importante sensibilizzare i giovanissimi a partire dalle scuole, per combattere la cultura patriarcale e maschilista.

L’associazione ricorda che “in Italia si verifica mediamente un femminicidio ogni tre giorni” e che secondo l’Istat “almeno il 43,6% delle donne ha subito molestie fisiche o ricatti sessuali almeno una volta nella vita sul luogo di lavoro per assunzioni, conferimento di incarichi o avanzamenti di carriera. Spesso, per condizionamenti economici, emotivi, sociali o psicologici, le donne non riescono o non possono portare alla luce le vessazioni a cui sono sottoposte: considerando che molte preferiscono abbandonare il posto di lavoro piuttosto che denunciare, per invertire la tendenza e rompere il silenzio è necessario in primis garantire assistenza e sostegno a chi si trova in difficoltà”. Altro fenomeno preoccupante è la discriminazione di genere nel mondo del lavoro, unita al gap occupazionale che per le donne è di quasi 20 punti percentuali inferiore rispetto agli uomini. Senza contare che spesso, a parità di livello, le donne percepiscono retribuzioni inferiori.

“È evidente che, al di là di qualsiasi dichiarazione sul piano teorico e nonostante le innegabili conquiste raggiunte negli ultimi decenni, l’effettiva e concreta parità è ancora lontana – commenta Federconsumatori – Per ottenerla non si può prescindere dalla sensibilizzazione dell’opinione pubblica, da realizzare attraverso campagne di informazione e formazione non solo in occasione dell’8 marzo ma che siano costanti e capillari. È particolarmente importante concretizzare queste attività nelle scuole, poiché è proprio formando le coscienze e la mentalità dei giovanissimi che si inizia a combattere una cultura maschilista e patriarcale che identifica la donna come oggetto e che costituisce la prima base di comportamenti violenti e pericolosi”.


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