Nel decennio 2008- 2018 sono stati 4,2 miliardi di euro i fondi erogati a favore delle realtà del non profit attraverso il 5 per 1000. In media ogni anno più del 25% dei contribuenti italiani (circa 12 milioni di persone) ha scelto di devolvere il 5 per 1000 a un’organizzazione senza scopo di lucro.

Lo afferma il Rapporto di Banca Etica che mostra come la possibilità di devolvere il 5 per mille di quanto dovuto all’erario a organizzazioni non profit si è consolidata nelle abitudini dei contribuenti italiani ed è diventata una modalità importante di partecipazione diretta dei cittadini al sistema di welfare e di finanziamento al terzo settore.

La ricerca medica e scientifica è il settore che più attira le preferenze degli italiani: nel decennio 2006-2016 il 36% delle risorse sono andate a favore di tali Fondazioni, di cui il 27% è stato indirizzato a progetti di ricerca sanitaria.

Nella scelta degli enti cui devolvere il 5 per 1000 si verifica una forte concentrazione: i primi 10 enti hanno raccolto il 29% del totale, pari a 1 miliardo e 200 milioni di euro.

Lombardia e Lazio si confermano le Regioni più attive, in quanto sedi delle maggiori organizzazioni del Terzo Settore: esse raccolgono insieme quasi il 60% dell’importo distribuito nel periodo considerato.

La ricerca approfondisce l’impatto che la Riforma del Terzo Settore avrà sull’istituto del 5 per 1000. In particolare la riforma dispone la revisione e razionalizzazione dei criteri necessari agli enti per candidarsi a ricevere il 5 per 1000; la semplificazione e accelerazione delle procedure per il calcolo e l’erogazione dei contributi spettanti ai vari enti, che dovrebbe avvenire dopo non più di un anno. Saranno definiti una soglia minima al di sotto della quale l’ente non potrà ricevere il contributo e nuovi criteri per il riparto delle scelte non espresse dai contribuenti, tali da non favorire necessariamente le organizzazioni più grandi e note.

Il 5 per mille è uno strumento di grande valore perché è tra i pochi che consente ai cittadini di esprimere chiaramente una preferenza per i settori di welfare da sostenere tramite la contribuzione fiscale: una forma di partecipazione alle scelte di spesa che avvicina le persone alle organizzazioni nonprofit e rafforza il senso di appartenenza e di comunità”, ha detto il direttore di Banca Etica, Alessandro Messina.


Vuoi ricevere altri aggiornamenti su questi temi?
Iscriviti alla newsletter!



Dopo aver inviato il modulo, controlla la tua casella per confermare l'iscrizione
Privacy Policy

Parliamone ;-)