
Bce alza i tassi di interesse di mezzo punto. Consumatori: stangata sui mutui a tasso variabile (fonte foto Pixabay)
Bce alza i tassi di interesse di mezzo punto. Consumatori: stangata sui mutui a tasso variabile
La Banca centrale europea ha deciso di alzare i tessi di interesse di mezzo punto. I Consumatori stimano una stangata per le famiglie con il mutuo a tasso variabile
La Banca centrale europea ha deciso di alzare i tessi di interesse di mezzo punto come stretta antinflazione. Il Consiglio direttivo ha deciso infatti di innalzare di 50 punti base i tre tassi di interesse di riferimento della BCE. Pertanto, i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale saranno innalzati rispettivamente al 3,00%, al 3,25% e al 2,50%, con effetto dall’8 febbraio 2023.
Come spiega la BCE, «il Consiglio direttivo continuerà ad aumentare i tassi di interesse in misura significativa a un ritmo costante e a mantenerli su livelli sufficientemente restrittivi da assicurare un ritorno tempestivo dell’inflazione al suo obiettivo del 2% nel medio termine. Pertanto, il Consiglio direttivo ha deciso oggi di innalzare di 50 punti base i tre tassi di interesse di riferimento della BCE e prevede ulteriori incrementi. Alla luce delle spinte inflazionistiche di fondo, esso intende innalzare i tassi di interesse di altri 50 punti base nella prossima riunione di politica monetaria a marzo, per poi valutare la successiva evoluzione della sua politica monetaria. Mantenere i tassi di interesse su livelli restrittivi farà diminuire nel corso del tempo l’inflazione frenando la domanda e metterà inoltre al riparo dal rischio di un persistente incremento delle aspettative di inflazione».
Consumatori: stangata sui mutui a tasso variabile
La decisione della BCE è subito oggetto di attenzione dalle associazioni dei consumatori, che stimano le ripercussioni sui mutui a tasso variabile. Un aumento compreso fra i 30 e i 40 euro al mese.
Per l’Unione Nazionale Consumatori sarà una stangata. «Considerando l’importo e la durata media di un mutuo, un rialzo dei tassi di 50 punti percentuali corrisponde, nel caso di un pieno trasferimento sull’Euribor, ad un aumento della rata, per chi ha sottoscritto ora un mutuo a tasso variabile, pari a 36 euro al mese – dice il presidente dell’UNC Massimiliano Dona – Una mazzata annua pari a 432 euro. Un rincaro che, nel caso di piano di ammortamento alla francese, vale per chi ha sottoscritto da poco il contratto e ha ancora una quota di interessi molto alta, ma che ovviamente cala man mano che il mutuo si avvicina alla fine e si paga quasi soltanto la quota capitale».
Per il Codacons l’aumento deciso dalla Bce si traduce in media in un aumento da 35 euro a rata per le famiglie con mutuo a tasso variabile.
«Occorrerà attendere le prossime settimane per capire come il mercato risponderà al rialzo dei tassi – spiega il Codacons – Negli ultimi giorni l’Euribor, indice di riferimento dei mutui a tasso variabile, si è attestato attorno al 2,19% per quello a 1 mese, 2,48% quello a 3 mesi: se l’aumento deciso dalla Bce dovesse essere traslato interamente sul mercato, l’Euribor salirebbe a quota 2,7% (quello a 1 mese), 3% quello a 3 mesi. Considerata una fascia media di mutuo a tasso variabile di importo compreso tra i 125mila e i 150mila euro, per una durata di 25 anni, ossia l’importo più richiesto in Italia da chi accende un finanziamento per l’acquisto di una casa, la rata mensile è destinata quindi a salire tra i 30 e i 40 euro per effetto della decisione odierna della Bce. Se però si considerano tutti gli incrementi imposti dalla Banca Centrale Europea a partire dallo scorso anno, la rata mensile di un mutuo a tasso variabile salirà complessivamente tra i 180 e i 230 euro rispetto a quanto pagato nel 2021, con ripercussioni sulle famiglie comprese tra i +2.160 e + 2.760 euro all’anno».
