“Nel biennio appena trascorso (2011-2012) solo il  4,4% degli intervistati ha acquistato un’abitazione e, rispetto all’Indagine 2011 c’è stato un calo di 0,3 punti percentuali (ossia del -6,4%). Tra le grandi città la più attiva è stata Roma con il 5,8% di transazioni per acquisti di immobili”. E’ quanto emerge da un’indagine di Tecnoborsa secondo cui al primo posto si continua a trovare l’acquisto dell’abitazione principale (81,6%), che sale ritornando ai valori del 2005; al secondo posto (11,2%), si trova la motivazione come seconda casa vacanze,  seguita dal desiderio di effettuare un investimento (5,9%), (entrambe le percentuali sono rimaste invariate rispetto al 2011); infine, al terzo posto, vi sono coloro che hanno acquistato una seconda casa per parenti prossimi (1,4%), e qui la quota ha toccato il suo minimo storico scendendo di ben 5,3 punti percentuali rispetto all’Indagine precedente.
Il taglio più richiesto continua a essere il bilocale (28,5%); abbastanza rilevante anche la richiesta del trilocale (27,7%), pur se in calo rispetto alle rilevazioni precedenti; seguono i quadrilocali (25,1%) e quelli con 5 e più vani (10,6%). Solo l’8,1% ha comprato monolocali, anche se è la percentuale più elevata riscontrata dal 2005 a oggi.
Spostando l’analisi su coloro che hanno venduto almeno un’abitazione nel biennio 2011-2012 si è riscontrato che sono stati solo il 2,8% degli intervistati, valore inferiore di 0,3 punti percentuali rispetto a quello rilevato nell’Indagine precedente.
Andando ad analizzare il mercato delle locazioni, dall’indagine condotta da Tecnoborsa è risultato che il 3% degli intervistati ha preso in affitto un immobile nel biennio considerato, e sono state per lo più coppie giovani senza figli che prendono in locazione una casa per creare un nuovo nucleo familiare, non potendola acquistare visto che i capofamiglia svolgono professioni non altamente remunerate; oppure persone mature con un buon titolo di studio e con occupazioni dirigenziali che molto probabilmente affittano un immobile per esigenze lavorative. Le città più attive sono state Milano e Torino. Rispetto all’Indagine precedente il fenomeno ha subito una crescita di 0,7 punti percentuali.
Dal lato dell’offerta, è emerso che nel biennio 2011-2012 sono saliti coloro che hanno dato in locazione un bene (2,8%), con un lieve incremento della quota di chi ha affittato un immobile rispetto a quanto rilevato nelle due Indagini precedenti, perché le famiglie preferiscono mettere a reddito un immobile inutilizzato, anche a seguito dell’inasprimento fiscale.
Rispetto agli anni precedenti è cresciuta la quota di coloro che hanno acceso un mutuo compreso tra il 21% e il 40% del prezzo pagato per l’immobile; sono scesi notevolmente, rispetto all’Indagine 2011, coloro che hanno preso un mutuo che copre dal 41% al 60% (28,1%). Bassissima è la percentuale di chi ha scelto un finanziamento che va dal 41% al 60% del valore del bene acquistato. Non risultano mutui che coprano oltre il 60% del prezzo pagato, dato coerente con le politiche restrittive adottate dagli istituti di credito negli ultimi anni.
Circa l’86% delle famiglie che hanno acceso un mutuo negli ultimi due anni ha impegnato mediamente fino al 40% del proprio reddito annuo per il pagamento delle rate, il che denota una certa prudenza sia da parte dell’istituto che eroga il finanziamento sia da parte delle famiglie; il 13% ha impegnato per la rata dal 40% al 50% del proprio reddito; solo l’1,1% oltre il 50%.
Per il biennio 2013-2014, l’1,8% degli intervistati dichiara di avere intenzione di acquistare un’abitazione e, dalla comparazione con le precedenti Indagini sulle sei grandi città si evidenzia quanto già registrato per le transazioni nel loro complesso: infatti, si è riscontrato che continua il trend decrescente della quota di chi ha intenzione di acquistare. Tuttavia, le città più attive dovrebbero essere Napoli e Milano.


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