"Perché non sia una casa di carta", il 25 ottobre l'evento di Notariato e AACC

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Secondo un’inchiesta di Altroconsumo in merito alla concessione di finanziamenti green, condotta su 257 istituti di credito in 12 città, sono molte le pratiche scorrette adottate nei confronti dei clienti. Per questo motivo i risultati dell’indagine, che sarà pubblicata sulla rivista InTasca di maggio 2020, sono stati presentati alle Autorità di vigilanza.

Finanziamenti green, l’indagine

In particolare, l’associazione ha rilevato che le banche coinvolte nell’indagine, sebbene propongano all’interno del proprio portafoglio finanziamenti agevolati per interventi volti a rendere più sostenibili le abitazioni, al momento della richiesta non sempre offrono risposte concrete. Evidenzia, inoltre, che sei di queste hanno aderito al progetto dell’Unione Europea EeMPA, Energy Efficient Mortgages Action Plan, che ha come obiettivo proprio quello di creare un meccanismo di finanziamento bancario europeo basato su un approccio standardizzato, per incoraggiare l’efficienza energetica del patrimonio immobiliare da parte delle famiglie attraverso incentivi finanziari legati al mutuo.

Richieste di prestito: quasi il 100% delle banche impone l’apertura del conto corrente

Alle diverse agenzie visitate è stato chiesto un prestito di 20mila euro, da restituire in 7 anni, per comprare una caldaia di ultima generazione e nuovi infissi per rendere più efficiente la casa dal punto di vista energetico. Banche e finanziarie che hanno in portafoglio un prestito verde, spesso non lo propongono al cliente o applicano un Taeg più alto di quello pubblicizzato. Per esempio, in nessuno dei 10 uffici Findomestic visitati è stato offerto un mutuo green sebbene presente nel portafoglio prodotti.

Inoltre, durante l’indagine gli istituti hanno dimostrato poca trasparenza verso i clienti che richiedono un prestito di questo tipo. Infatti, il 79% non ha consegnato il modulo con costi e condizioni (Secci) al richiedente (fondamentale in quanto contiene il Taeg insieme a tutte le condizioni del finanziamento, permettendo di confrontare i prodotti sul mercato).

Risulta, inoltre, che le banche impongono ai propri clienti condizioni come l’apertura del conto corrente (96% le banche, scende al 68% quando si considerano anche le finanziarie), l’accredito dello stipendio (29%), la polizza a copertura del credito venduta dalla stessa banca o finanziaria (56%). Il 25% non si confronta nemmeno con il cliente se non correntista.

 

Finanziamenti green, l'indagine di Altroconsumo
Finanziamenti green, l’indagine di Altroconsumo

Per le richieste di mutuo l’86% delle banche impone l’apertura del conto corrente

Altroconsumo ha anche chiesto un mutuo per la ristrutturazione della casa, per renderla più efficiente sotto il profilo energetico. Capitale di 120.000 euro, da restituire in 10 anni, per una casa del valore di 400mila euro. In questo caso il 79% degli istituti ha offerto dei mutui tradizionali al posto dei finanziamenti green mentre il 21% ha proposto il Mutuo Sal- Stato Avanzamento Lavori, il quale copre al massimo per l’80% i lavori di ristrutturazione.

L’associazione ha rilevato che anche in questa circostanza si è riscontrata una mancanza di trasparenza, infatti, il 61% delle agenzie visitate non ha consegnato il preventivo scritto con costi e condizioni al richiedente.

Inoltre, l’86% richiede l’apertura del conto corrente: di queste il 22% chiede anche l’accredito dello stipendio; mentre il 31% impone la sottoscrizione della polizza vita venduta dalla banca ad un costo medio di 3.700 euro. Il 5% delle banche chiede l’acquisto di azioni o quote dell’azienda, fra queste: la Bcc di Bergamo (150 quote da 2,50€ l’una per un totale di 375€) e la Banca di Credito Cooperativo di Napoli (1.000€).


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