Mentre il Governo Monti è ancora in una fase progettuale e da alcuni mesi considera la vendita di parte del patrimonio immobiliare di proprietà dello Stato (350 gli immobili individuati dal demanio per la messa in vendita, con l’obiettivo di recuperare tra i 3,5 ed i 5 miliardi di euro), gli istituti privati stanno già operando in questa direzione. Secondo un’indagine effettuata da Immobiliare.it, gli annunci relativi a beni in dismissione di banche e altri istituti privati sono cresciuti del 19%: interi stabili, locali commerciali, depositi, garage, appartamenti e molto altro ancora che, e questa è la novità, vengono messi in vendita anche attraverso il web.
Tra gli immobili più comuni messi sul mercato troviamo beni strumentali che, in seguito a riorganizzazioni operative, non vengono ritenuti più necessari: filiali di banca, uffici, centraline telefoniche, archivi. Non rari sono gli immobili residenziali dati in uso, in passato, ai dipendenti ed oggi non più assegnati o economicamente convenienti: per questa tipologia di immobile lo sconto rispetto alla media di mercato può arrivare anche al 12%.
In generale si tratta di proprietà dalle grandi superfici (interi palazzi, uffici e altre strutture che possono superare gli 8.000 metri quadri), anche se non mancano immobili di piccole dimensioni (singoli depositi o piccoli annessi da meno di 20 mq). Generalmente, gli Enti o gli Istituti bancari cercano compratori interessati a “interi pacchetti immobiliari”, vale a dire all’acquisto di diversi immobili o di singoli stabili, così da delegare al compratore la successiva commercializzazione frazionata. Questo approccio rende possibile l’offerta soprattutto a gruppi di grandi investitori, anche se, di fronte ad un mercato molto più ingessato del passato, non sono rare le proposte di taglio più ridotto, dove quindi il compratore può essere l’utente finale e non solo un investitore.


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