Decreto salva casa, apprezzamento da cinque associazioni (Foto Pixabay)

Durante l’iter parlamentare del decreto salva-casa Adusbef, Assoutenti, Casa del Consumatore, Codici e Confconsumatori sono state ascoltate dalla commissione Lavori Pubblici e Ambiente della Camera dei deputati. Queste associazioni hanno avanzato proposte di miglioramento in linea con lo spirito della norma, che mira ad “alleggerire” i proprietari di prime case da vincoli e distorsioni derivanti dalla stratificazione normativa accumulata nel tempo. Tale normativa aveva infatti introdotto il vincolo della doppia conformità, ostacolando o rallentando le vendite delle prime case per irregolarità formali, anche in assenza di modifiche costruttive effettive negli anni.

Un po’ di contesto

Il Decreto Salva Casa, recentemente approvato dal Consiglio dei ministri e firmato dal Presidente della Repubblica, introduce una serie di misure urgenti in materia di semplificazione edilizia e urbanistica. Il decreto si propone di regolarizzare piccole difformità edilizie, come abusi minori relativi a modifiche interne degli edifici, e introduce il principio del silenzio-assenso per le pratiche amministrative: se l’amministrazione non risponde entro i termini stabiliti, l’istanza è considerata accettata.

Il provvedimento, definito dal vicepremier Matteo Salvini come una “rivoluzione liberale”, mira a sburocratizzare e semplificare le normative edilizie, contribuendo a sbloccare numerose pratiche pendenti e favorendo la regolarizzazione di molte situazioni immobiliari.

Tuttavia, ha suscitato non poche critiche da parte delle opposizioni e di alcune associazioni, che lo considerano (tra le varie cose) una sorta di condono mascherato, accusando il governo di favorire chi ha commesso abusi edilizi. Fra queste emerge il parere di Legambiente: “è un provvedimento sbagliato, che richiede modifiche profonde, perché rischia di essere un condono mascherato“; “si potranno presentare sanatorie illegittime senza che nessuno le possa rigettare” e quindi “una norma perfetta per spalancare la strada a nuovi abusi”.

Il decreto prevede, ad esempio, che siano considerati abitabili i monolocali di 20 mq (la misura minima era 28 mq) se occupati da una sola persona e diminuisce l’altezza minima consentita, che passa dagli attuali 270 a 240 centimetri. Sarà comunque necessario ristrutturare le unità immobiliari in modo che rispettino gli altri requisiti di igiene (Fonte: Sky tg 24)

La risposta delle Associazioni

AdusbefAssoutentiCasa del consumatoreCodici Confconsumatori, tra le varie incongruenze riscontrate, hanno però rilevato che nella legge di conversione è stata accolta la loro richiesta relativa agli immobili costruiti prima del 1977. Questo permette di regolarizzare eventuali difformità, spesso presenti sin dalla costruzione, proteggendo così il legittimo affidamento dei proprietari attuali che avevano acquistato gli immobili considerandoli regolari secondo le normative dell’epoca.

Lo snodo della vicenda sta nell’introduzione dell’articolo 34 ter, che prevede la regolarizzazione e individua nel tecnico incaricato la figura centrale per accertare e documentare l’epoca delle eventuali opere difformi. Questa centralità del tecnico era stata fortemente sollecitata dalle stesse durante le audizioni parlamentari.

Commentano Gabriele Melluso, Presidente Nazionale di Assoutenti, e Marco Festelli, Presidente Nazionale di Confconsumatori: “la legge finalmente viene incontro ai cittadini e alle famiglie proprietarie della prima casa, non favorendo speculazioni edilizie o costruzioni abusive, ma eliminando la burocrazia che ha gravato sulle prime case negli anni, rendendo il mercato immobiliare più sereno e semplice”.

Melluso auspica che il metodo adottato dal Governo possa diventare un modello per il futuro, evidenziando come l’esperienza delle Associazioni dei consumatori abbia rappresentato le esigenze quotidiane dei cittadini, migliorando così l’accountability della politica.

Festelli aggiunge che l’attenzione della Commissione parlamentare e dell’intero Parlamento alle osservazioni delle associazioni dei consumatori rappresenta un esempio di buona politica e sensibilità istituzionale nei confronti dei corpi intermedi, auspicando che questo sia il primo passo verso un ascolto costante dei consumatori da parte del Legislatore.

“Il decreto Salva-casa fa finalmente chiarezza in un settore che negli anni ha creato diversi problemi a tante famiglie, rendendo difficili e onerose le pratiche di vendita e di acquisto di un immobile – aggiunge il segretario nazionale Codici Ivano Giacomelli –  In un mercato già di per sè complicato, e considerando un contesto generale segnato in maniera pesante dall’emergenza mutui, rendere più semplici gli iter burocratici e alleggerire la pressione sulle abitazioni con difformità edilizie di piccola entità e magari anche datate è un passo avanti importante. Non si tratta di un via libera a speculazioni o abusivismi, ma di un intervento che lascia da parte la demagogia e guarda alla realtà, liberando le famiglie da adempimenti burocratici che in alcuni casi hanno trasformato una semplice vendita di un immobile in un’impresa impossibile”.


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