“I prezzi delle case crollano ma chi si può permettere di acquistarne una? Pochi o nessuno. La casa rappresenta una spesa enorme, quasi ingestibile per le famiglie italiane, a differenza di quanto accade nel resto d’Europa”: sono le parole di Lamberto Santini, presidente dell’Adoc, che chiede di intervenire sull’emergenza abitativa attraverso azioni di housing sociale, soprattutto nelle grandi città.
I dati dell’Istat dicono che nel 2013 i prezzi delle abitazioni sono diminuite in media del 5,6%, con una discesa del 2,4% dei prezzi delle abitazioni nuove e del 7,1% dei prezzi di quelle esistenti. Le compravendite però sono in calo perché, ribadisce l’Adoc, la casa è una spesa insostenibile per moltissime famiglie. Mediamente, afferma l’associazione, i costi di affitto e bollette assorbono il 61,4% del reddito disponibile netto mensile, quasi l’8% in più della media europea. Per quanto riguarda i costi di affitto, in Italia si spendono al mese circa 100 euro in meno rispetto alla media europea, ovunque tranne che in Spagna i costi sono più alti. Se gli affitti sono bassi le bollette sono invece molto più care, in Italia si spendono in media quasi 160 euro al mese contro i 145 euro della media europea.
Spiega Santini: “Nel nostro Paese luce, acqua, gas e rifiuti impattano per oltre il 10% sul reddito mensile, in Svezia solo il 4%. Ma il vero problema è la bassa disponibilità reddituale, lo stipendio netto medio è inferiore di un quarto alla media europea, in Germania si guadagna il 36,4% in più, in Svezia oltre il 50% in più. E’ evidente – aggiunge – che questo si traduce in un impatto reddituale maggiore delle spese, comportando per molte famiglie l’impossibilità di avere una casa. Anche le spese per l’acquisto di una casa sono impegnative, il prezzo medio al mq di un appartamento in periferia è superiore dell’8% rispetto alla media europea, in Germania si spende il 44% in meno al metro quadro, in Olanda il 20% in meno. In Paesi come Francia, Inghilterra e Olanda il 17-18% delle abitazioni sono in housing sociale, con costi contenuti per sostenere il diritto di alloggio a famiglie e cittadini meno abbienti. In Italia invece questa soluzione è prevista solo nel 5% dei casi”.


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