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Tariffe dell’acqua, in Italia enormi differenze su costi e qualità del servizio
Ci sono centinaia di euro di differenza sulle tariffe dell’acqua da una città all’altra. Le famiglie spendono in media 434 euro l’anno. Ma potrebbero risparmiare evitando sprechi. I nuovi dati dell’Osservatorio Cittadinanzattiva
Ci sono oltre 500 euro di differenza fra le tariffe dell’acqua pagata in Molise e quella che pesa sulle famiglie in Toscana. E la bellezza di 650 euro fra quello che si paga in media a Isernia, la città meno cara per il servizio idrico integrato, e le carissime Grosseto e Siena, dove per l’acqua si pagano 781 euro l’anno. Le tariffe dell’acqua continuano a segnare differenze enormi fra regione e regione, fra città e città.
Oltre alle differenze di spesa, ci sono poi differenze nell’erogazione e nella qualità del servizio. Tanto che Cittadinanzattiva parla di water service divide. Un gap nella fornitura d’acqua che rende l’Italia diversa anche per l’accesso a questo bene essenziale.
Tariffe dell’acqua e water service divide
«La situazione del servizio idrico del nostro Paese negli ultimi anni ha certamente fatto importanti passi in avanti ma continuano a permanere criticità su vari aspetti in molte aree del Meridione a causa delle quali si parla di un vero e proprio water service divide».
Esordisce così il tradizionale Report sull’acqua diffuso oggi da Cittadinanzattiva, l’indagine annuale su costi, qualità e tutele del servizio idrico.
I nuovi dati dell’Osservatorio prezzi e tariffe dicono che la cifra media spesa nel 2019 da una famiglia per la bolletta idrica è di 434 euro, con un aumento del 2% rispetto al 2018. Sono grandi però le differenze fra una città all’altra: Grosseto e Siena si confermano i capoluoghi di provincia più cari con una spesa media a famiglia di 781 euro, Isernia resta ancora la più economica con 130 euro. Gli incrementi più elevati si registrano a Crotone (+13,5%) e Varese (+12,3%), seguono Roma (+10,7%) e Palermo (+10,5%).
L’Osservatorio rientra nel progetto “Consapevolmente consumatore, ugualmente cittadino”, finanziato dal Ministero dello sviluppo economico. Le tariffe sono indicate rispetto ad una famiglia tipo di tre componenti ed un consumo annuo di 192 metri cubi.
«Quello che emerge – spiega il segretario generale di Cittadinanzattiva Antonio Gaudioso – è un quadro che ancora una volta denuncia profonde differenze nell’erogazione del servizio idrico tra aree geografiche dell’Italia, confermando in maniera opprimente la questione irrisolta del “water service divide”: una parte del nostro Paese, in prevalenza Nord e Centro, in grado di realizzare investimenti e con elevate capacità gestionali, e un’altra parte invece, collocata principalmente nel Sud e nelle Isole, in cui l’inerzia e la mancanza di soggetti con le necessarie capacità economiche e gestionali hanno generato condizioni di stallo, che si ripercuotono sulla qualità e la disponibilità stessa del servizio offerto ai cittadini».

Regione che vai, tariffa che trovi
Le tariffe dell’acqua, non è una novità, sono molto disomogenee. Le regioni centrali confermano il primato per le tariffe più alte con 595 euro annuali (+2,7% rispetto al 2018) ma l’incremento maggiore si rileva nel Sud e Isole (+3,1%).
Le famiglie che pagano la bolletta più salata risiedono in Toscana (688 euro), Umbria (531 euro), Marche (527 euro) ed Emilia Romagna (511 euro). La regione più economica resta il Molise con 163 euro l’anno.
Ci sono poi le differenze fra città e all’interno delle stesse regioni. Oltre a Grosseto e Siena, si segnala fra le città più costose Frosinone (780 euro l’anno per la bolletta del servizio idrico) e Livorno (775 euro); si sta sempre molto sopra i 700 euro ad Arezzo, Enna e Pisa; sfiorano i 700 euro Prato, Pistoia e Firenze. Le tariffe dell’acqua sono invece inferiori a 200 euro l’anno, oltre che a Isernia, a Milano (146 euro) e a Trento, a Cosenza e a Campobasso.
Tariffe dell’acqua, risparmio di oltre 100 euro con meno sprechi
Le famiglie avrebbero però la possibilità di risparmiare sulle tariffa a partire da un consumo più sostenibile dell’acqua.
«Sono molto elevati i margini di risparmio idrico – si legge nel Report – considerato che gli italiani sono quelli che in Europa consumano più acqua (la media europea è di 120 litri per persona al giorno e quella italiana è di 237)».
Se si passa dunque da un consumo di 192 mc l’anno, il primo scenario considerato da Cittadinanzattiva, a uno secondo scenario con un uso più razionale dell’acqua, calcolato in 150 mc, la bolletta cambia molto: con un consumo più consapevole le famiglie spenderebbero in media 319 euro l’anno, invece di 434 euro, con un risparmio medio di 115 euro circa a livello nazionale. Risparmio che arriverebbe a 211 euro in Toscana, a 150 euro in Puglia.
I trucchi di base per usare meglio l’acqua sono sempre quelli: sostituire la doccia al bagno, riparare i rubinetti, usare lavastoviglie e lavatrice a pieno carico, chiudere i rubinetti mente ci si lava i denti.

La dispersione idrica
L’acqua sconta ancora alti livelli di dispersione. Sulla base degli ultimi dati Istat (2018), emerge che a livello nazionale viene dispersa il 37% dell’acqua immessa, con evidenti differenze nelle differenti aree geografiche e singole regioni: si va dal 45% nel Sud e isole, al 40% al Centro e al 29% al Nord. In testa per livelli di dispersione il Lazio con il 56%, segue la Sardegna con il 52% e l’Abruzzo con il 51%.
