Un sistema sanitario a rischio di "collasso". Questo il più allarmante fra i dati diffusi oggi dal nuovo rapporto del Ceis-Sanità 2005, il Centro di Studi Internazionali sull’Economia e lo Sviluppo. Nelle casse della salute pubblica secondo il Ceis mancano infatti all’appello fra i 3,1 e i 10,6 miliardi di euro e per evitare la bancarotta si dovrà cominciare a risparmiare in gestione tra il 5 e il 10% della spesa corrente.

Conti in rosso per Asl e Ospedali nel 2006, dunque, ma con scenari variabili. Se l’incremento del fondo sanitario nazionale, previsto dal ddl finanziaria in esame al Parlamento, sarà di 91 miliardi (più 2 a copertura dei disavanzi pregressi) mancheranno comunque all’appello diversi miliardi.

Il fabbisogno stimato dal Ceis è infatti una cifra variabile fra i 96 e 97,6 miliardi, senza considerare l’aggiunta di altri 4 miliardi per i rinnovi contrattuali. L’unica soluzione è quella di ridurre sprechi e disfunzioni fra il 5 e il 10%, in caso contrario il buco sarà calcolabile fra i 3,1 e 10,6 miliardi a seconda di come verranno impiegati i soldi stanziati per coprire i debiti.

Per quanto riguarda efficacia del sistema ospedaliero, il rapporto rileva notevoli difformità fra regioni e regioni. Il dato più allarmante riguarda la mortalità, soprattutto quella femminile, sembra infatti che fra Nord e Sud del Paese vi sia una frattura netta. Il caso del tumore alla mammella è particolarmente eloquente. Se in una regione come la Valle d’Aosta si muore in media a 77 anni a causa di questa patologia, in Basilicata l’età media scende a 64,5 anni, con uno scarto di oltre un decennio.

E nemmeno in termini di equità il rapporto del Ceis riporta dati incoraggianti. Sono 300 mila le famiglie italiane che cadono sotto la soglia di povertà per far fronte alle spese dei ticket. Calabria e Abruzzo sono le regioni più colpite, rispettivamente con il 3,4 e il 2,7% di famiglie cadute in povertà a causa di questo fenomeno. Lombardia e Veneto sono invece le regioni meno colpite, rispettivamente con lo 0,5 e lo 0,8% delle famiglie interessate.

Per finire il Ceis identifica 940 mila famiglie, ovvero il 4,2% del totale, che subiscono danni economici definiti "catastrofici" in quanto superano il 40% della capacità di spesa familiare. Anche in questo caso la spaccatura geografica è evidente: Calabria in vetta con 11,7% delle famiglie in questa condizione e Toscana con solo l’1,5%.


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