La qualità dell’aria dei centri urbani trae notevole beneficio dall’uso di gas naturale e Gpl. Lo sostiene uno studio dell’Istituto sull’inquinamento atmosferico del Consiglio Nazionale delle Ricerche. Notevole il vantaggio per la salute dei cittadini, strettamente legato alla riduzione delle polveri sottili, che insieme ad elevati livelli di ozono e biossido di azoto, è causa di decessi e patologie a carico dell’apparato respiratorio.

"Molti anni di esperienza delle Amministrazioni centrali e periferiche – spiega Ivo Allegrini, direttore dell’Istituto sull’inquinamento atmosferico del Cnr (Iia) – hanno dimostrato che una drastica riduzione dell’inquinamento non può essere conseguenza di un unico provvedimento, ma di una serie di iniziative a tutti i livelli quali mobilità, miglioramento dei carburanti, analisi dell’evoluzione spazio temporale del fenomeno, analisi del rischio e così via".

Secondo le indagini del Cnr l’inquinamento cittadino non dipende solo dalle emissioni locali di inquinanti, ma anche da emissioni che possono interessare siti molto lontani. "Sono dunque necessari – sottolinea Allegrini – due tipi di interventi congiunti e coordinati. Il primo sulle sorgenti di emissioni locali e il secondo sulle emissioni complessive a livello regionale e nazionale". In tal senso, "assume grande importanza – prosegue Allegrini – l’utilizzazione del Gpl, quale carburante ideale per il contenimento delle emissioni. Infatti, le prestazioni ambientali complessive dell’autotrazione che impiega Gpl non sono molto dissimili da quelle dei motori a gas naturale, i quali vengono sempre più impiegati nelle situazioni di criticità ambientale nei centri urbani di molti paesi, compresi quelli emergenti".

Lo studio, realizzato in collaborazione con Euromobility, dimostra che il Gpl può aiutare nella lotta al particolato fine e all’inquinamento più in generale e che, abbinato ad altri provvedimenti, è in grado di contribuire alla riduzione delle concentrazioni di particolato fine entro i limiti e i tempi stabiliti. "Ciò è di grande importanza per l’Italia", conclude Allegrini, "che, a causa della sua situazione meteoclimatica è costretta, per rispettare i limiti, a ridurre le emissioni a livelli molto più bassi dei suoi partner europei, con costi economici e sociali molto più elevati".


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