Da una corretta e tempestiva programmazione degli ingressi di lavoratori extracomunitari può venire un contributo determinante alla crescita economica del Paese, ma anche alla lotta alla clandestinità e al lavoro nero. E’ quanto afferma la Coldiretti in riferimento all’incontro con le parti sociali che si è svolto presso il Ministero dell’Interno per definire gli ingressi regolari di lavoratori extracomunitari per il 2006 che ha previsto la definizione dei flussi già a partire dal prossimo mese di novembre. Nel 2005 sono stati autorizzati 179.000 ingressi, dei quali 79.500 hanno riguardato i dieci Paesi entrati di recente nell’Unione e gli altri 99.500 lavoratori extracomunitari. Ma nei restanti mesi dell’anno, i coltivatori segnalano la necessità di ulteriori 10.000 lavoratori stagionali.

Per quanto riguarda il 2006, sempre con riferimento agli stagionali, si prevede un fabbisogno di almeno 60.000 lavoratori extracomunitari. Anche nell’anno che verrà – sostiene l’associazione – la maggioranza dei lavoratori stagionali troverà occupazione in agricoltura dove la loro presenza in molte aree è divenuta una componente strutturale. In particolare gli immigrati impegnati nei campi si occupano della raccolta della frutta e della vendemmia (42,4%), della preparazione e raccolta di pomodoro, ortaggi e tabacco (32,1%) ma anche nell’attività di allevamento (12,8%). Ma – conclude Coldiretti – cresce la presenza dei lavoratori extracomunitari anche in attività innovative con circa 2000 persone impiegate nell’agriturismo (per lo più donne con un rapporto stagionale e dedite alla cura degli ambienti e alla ristorazione) e 7500 occupati nella trasformazione e vendita diretta dei prodotti agricoli.


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