puliamo il mondo 2019

Puliamo il mondo, l'iniziativa dal 20 al 22 settembre

Liberare dai rifiuti parchi, spiagge, giardini, aree pubbliche. Coinvolgere le scuole. Unirsi alle tante comunità cittadine e pulire le città non solo dai rifiuti abbandonati ma anche dai pregiudizi sempre più diffusi. Domani prende il via Puliamo il mondo 2019, la campagna di volontariato ambientale – derivazione di Clean Up the World – portata in Italia da Legambiente nel 1993.

Saranno tre giorni di appuntamenti in tutta Italia, dal 20 al 22 settembre, col coinvolgimento di scuole, circoli e comunità da Nord a Sud. E si lavorerà anche con associazioni che si occupano di migranti, comunità straniere, detenuti, disabilità, salute mentale, discriminazione di genere e orientamento sessuale. Una parte delle iniziativa sarà dedicata infatti alla lotta ai pregiudizi che inquinano il Paese, al loro abbattimento, a spazzare via (o almeno provarci) le discriminazioni sociali e di genere.

 

 

Clean Up the World

Puliamo il mondo è l’appuntamento italiano di Clean Up The World, il più grande evento internazionale di volontariato ambientale, nato a Sydney nel 1989, che coinvolge ogni anno oltre 35 milioni di persone in circa 120 Paesi. In Italia ha il patrocinio del Ministero dell’Ambiente, della Tutela del territorio e del Mare, del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, di UPI, di Federparchi e di Unep ed è organizzato in collaborazione con la Commissione europea.

L’iniziativa vuole dunque restituire alle comunità le aree degradate della città, sensibilizzare i cittadini contro l’abbandono dei rifiuti, ripulire parchi, stazioni, cortili delle scuole, bordi di strade, argini di fiumi. Insieme a questo, vuole raccontare l’economia circolare, che in parte è già realtà ma che pochi conoscono. E vuole unire ambiente e diritti umani, favorire l’inclusione sociale e scardinare i pregiudizi a cominciare dalla xenofobia.

Una “battaglia di civiltà”

«Di Puliamo il Mondo c’è ancora molto bisogno – ha detto il presidente di Legambiente Stefano Ciafani – perché nonostante i progressi fatti su tanti fronti, a cominciare dalle esperienze di economia circolare, e la consapevolezza raggiunta dai cittadini su temi legati alla sostenibilità e all’inquinamento ambientale, siamo ancora lontani dai risultati auspicati».

Le discariche a cielo aperto ci sono ancora, come pure gli elettrodomestici abbandonati, le sigarette sulle strade, i rifiuti in plastica sulle spiagge. Ma oltre al mancato rispetto dell’ambiente, e dei beni comuni, c’è l’aggressività diffusa verso chiunque sia percepito come “altro”, un misto di pregiudizi e rifiuto. Ecco allora che l’iniziativa ha ampliato i suoi confini, già dall’edizione del 2018.

«Puliamo il Mondo, insomma, è una battaglia di civiltà – dice Ciafani – Per questo non potevamo non allargarlo, da qualche anno, alla battaglia contro i pregiudizi che stanno inquinando la civile convivenza nel nostro paese e mettendo a repentaglio il principio che i diritti umani siano diritti di tutti».


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