Non si è ancora arrivati al giro di boa del 2018 che già siamo in debito con la Terra e le risorse che essa ci mette a disposizione. Il 24 maggio scorso, infatti è scattato l’overshoot day per l’Italia, ossia in quella data si è già esaurito il consumo delle risorse prodotte dal Pianeta nel corso dell’anno, e nei prossimi mesi vivremo “a debito” prelevando risorse precedentemente accumulate.

Si calcola che per soddisfare il fabbisogno di consumo dell’intera popolazione mondiale servirebbero 1,7 Pianeti, ma se tutti consumassero come gli italiani ce ne vorrebbero 2,5.

Nonostante ciò, possiamo quasi dire di essere tra quelli che hanno impiegato più tempo per consumare le risorse a nostra disposizione. Gli Stati Uniti ad esempio hanno finito tutto il 15 marzo, con un fabbisogno pari a quasi 5 Pianeti, ma anche l’overshoot francese e tedesco cade prima del nostro, rispettivamente il 2 e il 5 maggio. Nei paesi scandinavi, generalmente considerati virtuosi dal punto di vista ambientale, l’overshoot è stato molto anticipato rispetto al nostro: il 4 aprile la Svezia, l’11 la Finlandia, il 12 la Norvegia, forse perché i fattori climatici li costringono a maggiori consumi energetici rispetto alle risorse che sono in grado di produrre.

Del consumo di risorse e dei modi per riuscire a consumare meno si è discusso nel corso dell’evento internazionale “SDGs, climate and the future of Europe”, organizzato da Asvis nel corso del Festival dello Sviluppo Sostenibile.

La Conferenza intendeva “proporre una ‘partnership rafforzata’ tra i membri del Consiglio europeo e tra attori statali e non, allo scopo di rendere l’Europa il leader mondiale nell’implementazione degli SDGs e degli accordi sul clima, e una nuova narrativa per l’Europa”, anche perché “la spinta necessaria per mettere il razzo dell’Agenda 2030 in orbita, e conseguire gli SDGs entro 12 anni, non è ancora abbastanza forte, né a livello globale né a livello europeo. Non si tratta più di camminare, si tratta di correre”, spiegano da AsVis.

Le tecniche di calcolo del Global footprint, che sono alla base delle elaborazioni dell’Overshoot day, non sono condivise da tutti, ma aiutano a comprendere il rischio di esaurimento delle risorse rispetto ai fabbisogni di una umanità che cresce non soltanto da un punto di vista demografico, ma anche come aspirazione ai consumi.

Se la lotta alla povertà e la riduzione delle diseguaglianze sono dunque tra le grandi sfide dei prossimi anni, come giustamente segnalano gli Obiettivi di sviluppo sostenibile, dobbiamo anche preoccuparci dell’impatto sui consumi globali delle persone che vogliamo far vivere meglio.


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