Qualche giorno fa Greenpeace ha pubblicato la terza edizione della Classifica Rompiscatole sulle scatolette di tonno più sostenibili. Rio Mare, il tonno più venduto in Italia, non si è piazzato in alto e Greenpeace ha spiegato che l’azienda si impegna solo a metà nella sostenibilità, e dovrebbe eliminare dall’intera produzione metodi di pesca distruttivi. Bolton Alimentari, proprietaria del marchio Rio Mare, precisa che si è impegnata ad utilizzare il 45% di tonno pescato con metodi sostenibili entro il 2013 e che a gennaio di quest’anno, ha esteso l’obiettivo al 100% di tonno proveniente da pesca con metodi sostenibili entro il 2017.
L’azienda è inoltre tra i fondatori, nel 2009, della ISSF (International Seafood Foundation) l’organizzazione no-profit che ha come obiettivi la sostenibilità della pesca del tonno, la riduzione della pesca accidentale e la salvaguardia dell’ecosistema marino. Nel 2011 Bolton Alimentari ha lanciato il progetto di Corporate Social Responsability “Qualità Responsabile”, che impegna l’azienda anche nelle aree della tutela dell’ambiente, selezione, analisi e controlli delle materie prime, tracciabilità, nutrizione e benessere, rispetto delle persone.
Infine, l’azienda sta implementando ulteriori iniziative, tra cui il vincolo, per tutti i fornitori, al rispetto della “Tuna Policy Bolton Alimentari 2011-2013” per una pesca sostenibile, che prevede il divieto di utilizzare tonno pescato da Long Liner, il divieto allo “shark finning”, il divieto di approvvigionamento da società con barche iscritte nelle liste IUU – Illegal, unreported and unregulated fishing (pesca pirata), certificazione Dolphin Safe.


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