“In un periodo di crisi economica scegliere di intervenire sulle opere realmente prioritarie è quanto mai fondamentale. E il progetto della linea alta velocità/capacità Torino-Lione è stata pensata più di 20 anni fa. In questi anni è cambiato il mondo, sono entrati in campo nuovi giganti economici, che, ridando un nuovo ruolo al Mediterraneo, hanno spostato l’asse principale dei traffici di merci da sud a nord, riducendo di molto quelli da ovest ad est. Mentre per il trasporto passeggeri è diventato, sulle medie distanze, sempre più competitivo il trasporto aereo”. Così inizia l’appello lanciato da Legambiente, e sottoscritto già da diversi esponenti del mondo associazionistico e universitario, con il quale l’associazione ambientalista vuole fornire il proprio contributo sull’opportunità dell0alta velocità in Val di Susa.
Secondo Legambiente la Torino-Lione non costituisce una priorità: “Non siamo contro la modernizzazione del Paese. Siamo per investire nelle opere e nelle infrastrutture che davvero servono. Occorre individuare le priorità e la Torino-Lione non è una priorità, né per le merci, né per i passeggeri. Investendo in un’opera inutile, come vogliono le lobby del cemento, si sottraggono preziose risorse ad altri settori ancora più strategici per il Paese: la sicurezza sismica ed idrogeologica, il trasporto pendolare e urbano, la riqualificazione energetica del patrimonio immobiliare e gli investimenti sulle energie rinnovabili, il sostegno al lavoro giovanile e alla diminuzione del carico fiscale, la ricerca e l’innovazione tecnologica, la piccola e media impresa e la cultura”.
Poi c’è il costo che oscilla tra i 20 e i 30 miliardi, “costo che penalizzerebbe l’economia italiana con un contributo al debito pubblico dello stesso ordine della manovra economica che il Governo Monti ha messo in atto per fronteggiare la grave crisi economica e finanziaria che il Paese attraversa”.
“ Siamo disponibili a contribuire ad una vera Analisi Costi Benefici dell’opera, in tutte le sue parti, che sviluppi un confronto comparativo tra le varie ipotesi e ne approfondisca le ricadute economiche e sociali, nonché quelle ambientali in termini di riduzione delle emissioni climalteranti e dell’inquinamento locale”.
“Per tutto ciò chiediamo che il Governo ascolti le autorevoli voci del mondo scientifico che esprimono una visione diversa sulle priorità e sulla strategicità dell’opera, andando al di là del lavoro dell’Osservatorio Virano, perché oggi si apre una questione diversa che non era nelle competenze di quell’organismo. La contrapposizione e il conflitto possono essere superati solo da una politica intelligente, lungimirante e coraggiosa. Per questo rivolgiamo un invito pressante alla politica e alle autorità di governo ad avere responsabilità e coraggio. Si applichi a questa grande opera lo stesso coraggio e prudenza dimostrati con il Ponte sullo Stretto, un progetto inutile e a rischio finanziario, esattamente come questo”.


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