inquinamento mare

Stop rifiuti in mare, la Salvamare è legge (foto pixabay)

La Salvamare è legge. E i pescatori che trovano rifiuti in mare potranno portarli in porto. Il Senato ha approvato ieri in via definitiva la cosiddetta Legge Salvamare, presentata in parlamento nel 2018 dall’allora ministro dell’Ambiente, Sergio Costa (M5S). La legge permetterà ai pescatori che attraverso le loro reti recuperano accidentalmente la plastica in mare di portarla in porto, sulla terraferma, dove le autorità portuali dovranno riceverla in apposite isole ecologiche e avviarla al riciclo.

Sana dunque un’incongruenza e una pratica assurda, perché fino a oggi i pescatori che recuperavano grandi quantità di rifiuti si vedevano costretti a ributtare in acqua il materiale plastico pescato, per non incorrere in denunce penali per trasporto illegale di rifiuti. La legge si applicherà anche a laghi e fiumi, semplificherà le procedure per il corretto riuso e smaltimento dei rifiuti e disciplinerà l’attivazione di campagne di sensibilizzazione e di attività di educazione ambientale nelle scuole e tra i cittadini.

 

 

La legge Salvamare e il risanamento dell’ecosistema marino

La Salvamare «persegue l’obiettivo di contribuire al risanamento dell’ecosistema marino e alla promozione dell’economia circolare, nonché alla sensibilizzazione della collettività per la diffusione di modelli comportamentali virtuosi volti alla prevenzione dell’abbandono dei rifiuti in mare, nei laghi, nei fiumi e nelle lagune e alla corretta gestione dei rifiuti medesimi».

Chi dunque recupera accidentalmente rifiuti potrà portarli in porto per farli smaltire e riciclare.

I rifiuti possono essere raccolti, prevede la legge, anche «nell’ambito di specifiche campagne di pulizia organizzate su iniziativa dell’autorità competente ovvero su istanza presentata all’autorità competente dal soggetto promotore della campagna».

È prevista anche l’educazione ambientale nelle scuole. «Il Ministero dell’istruzione promuove, nelle scuole di ogni ordine e grado, la realizzazione di attività volte a rendere gli alunni consapevoli dell’importanza della conservazione dell’ambiente e, in particolare, del mare e delle acque interne, nonché delle corrette modalità di conferimento dei rifiuti».

 

rifiuti in mare
Rifiuti in mare (foto pixabay)

 

 

Salvamare, contrasto al marine litter e ruolo della piccola pesca

«Finalmente l’Italia si dota di uno strumento fondamentale nel contrasto al marine litter, rendendo i pescatori protagonisti attivi per liberare il mare dai rifiuti – ha commentato Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente – La possibilità di riportare a terra i rifiuti recuperati in mare accidentalmente dai pescatori è un importantissimo e concreto passo avanti nella lotta all’inquinamento da rifiuti e, in particolare, da plastica, visto che il Mar Mediterraneo è tra le aree con la più alta concentrazione di microplastiche al mondo. Accompagnata da misure altrettanto essenziali nella prevenzione del fenomeno, quali l’educazione ambientale e le attività di sensibilizzazione nelle scuole e tra i cittadini, e da un adeguato supporto alla filiera di raccolta a terra, può rappresentare senza alcun dubbio una svolta nella salvaguardia dell’ambiente e nella promozione dell’economia circolare».

Per Slow Food la Salvamare riconosce il ruolo della piccola pesca per il risanamento dell’ecosistema marino. La legge Salvamare, spiega l’associazione, «persegue l’obiettivo di contribuire al risanamento dell’ecosistema marino e alla promozione dell’economia circolare, nonché alla sensibilizzazione della collettività per la diffusione di modelli comportamentali virtuosi volti alla prevenzione dell’abbandono dei rifiuti in mare, nei laghi, nei fiumi e nelle lagune e alla corretta gestione dei rifiuti medesimi».

«Per Slow Food è un riconoscimento importante da parte della classe politica italiana del ruolo fondamentale dei pescatori nel ridare vita al mare, non solo per la gestione delle riserve ittiche, ma anche come sentinella e parte attiva della sostenibilità ambientale delle acque anche per ciò che riguarda il marine litter», ha detto Roberta Billitteri, vicepresidente di Slow Food Italia.


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