Secondo il Cresme, nella Penisola solo nel 2011 l’industria del mattone illegale ha realizzato quasi 26mila abusi, tra nuove case o grandi ristrutturazioni: una cifra che rappresenta il 13,4 per cento del totale delle nuove costruzioni. E dal 2003, anno dell’ultimo condono edilizio a oggi, sono state costruite oltre 258mila case illegali, per un fatturato complessivo di 1,8 miliardi di euro. Un patrimonio che non si riesce ad abbattere. Dal 2000 al 2011, secondo una ricerca realizzata da Legambiente su 72 comuni capoluogo di provincia, sono state emesse 46.760 ordinanze, mentre ne sono state eseguite solo 4.956 (il 10,6%). Dati allarmanti che indicano come il fenomeno continui a prosperare in tutto il Paese, devastando il paesaggio e alimentando una filiera del cemento illegale, intorno alla quale ruotano interessi non indifferenti. E’ questo il motivo che ha indotto Legambiente a presentare un disegno di legge contenente integrazioni e modifiche normative, per superare le difficoltà emerse finora nell’attuazione delle norme in vigore e per rendere più efficace e tempestivo l’iter delle demolizioni.
“La lotta all’abusivismo e ai condoni – ha detto il senatore Roberto Della Seta – è l’esempio più evidente di come in Italia impegno per l’ambiente e per la legalità coincidano. È anche una prova vistosa dell’anomalia della destra italiana, che all’idea della sacralità della legge – elemento caratterizzante dei conservatori in ogni angolo del mondo – ha sostituito una ricorsa continua, e in ogni campo, a sanatorie e condoni. Ora è il momento che al no a qualsiasi ipotesi di nuovo condono si accompagni da parte dello Stato una ben maggiore capacità di demolire gli immobili abusivi: questo disegno di legge risponde a questa esigenza sempre più pressante”.
Composto da 14 articoli, le novità principali del disegno di legge riguardano (art.5) le modalità di demolizioni degli immobili abusivi e (art.7) una sanzione esemplare per gli enti locali inadempienti: lo scioglimento del comune inosservante, in caso di mancata attuazione del piano di demolizione e di ripristino, entro un anno. Tra le altre novità, introdotte dal ddl, vi è la creazione (art. 11) di un albo speciale delle imprese abilitate alla demolizione di opere edilizie abusive e al ripristino dei luoghi; e lo stanziamento (art. 12) di maggiori fondi, per l’esattezza 150 milioni di euro a partire dal 2013, a favore del Fondo per le demolizioni delle opere abusive a uso degli enti che provvedono agli abbattimenti. Infine la proposta di legge prevede l’istituzione (art.4) di un Osservatorio nazionale sull’abusivismo edilizio, presieduto dal Ministro dell’Ambiente e composto da regioni, enti locali, forze dell’ordine, organi giudiziari e associazioni ambientaliste impegnate sul tema. L’osservatorio, dovrà, tra le altre cose, coordinare le attività sul fronte del contrasto all’abusivismo e verificare i piani comunali di demolizione e di ripristino dei luoghi.
 “Il ddl che proponiamo – ha spiegato il senatore Francesco Ferrante – vuole innanzitutto ristabilire quel principio di legalità a cui da troppo tempo, e troppo spesso, si è derogato, con gravi colpe di chi avrebbe dovuto esercitare i controlli, a partire da molte amministrazioni locali. E per questo nel disegno di legge si prevedono sanzioni più severe, fino alla misura estrema dello scioglimento dell’ente locale inadempiente sul fronte delle demolizioni e del completamento dell’esame delle domande di sanatoria edilizia. I condoni, oltre ai danni ambientali e urbanistici, sono stati anche il simbolo più concreto di una politica imbelle e anzi complice del malaffare e la sola idea di condono ha consolidato l’idea che ad ogni abuso corrisponde una sanatoria, ed è solo questione di tempo. Per questo, il ddl che presentiamo oggi non è solo in difesa dell’ambiente ma è anche un tassello importante per una nuova e più bella politica”.


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