Spending review, approda al Senato emendamento di Legambiente sulla ricerca
E’ approdato oggi al Senato un emendamento al decreto sulla Spending review, proposto da Legambiente insieme a 30 autorevoli scienziati, che chiede di ripristinare i fondi tagliati alla ricerca recuperandoli dagli stanziamenti destinati all’autotrasporto. “Ora il Parlamento faccia la sua parte e accolga l’emendamento al decreto che restituisce i 210 milioni di fondi per la ricerca – ha dichiarato il Presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza – E’ l’ultima chance per consentire ai nostri Istituti di ricerca di svolgere un lavoro fondamentale per il rilancio del Paese”.
L’emendamento è stato presentato da numerosi senatori: Vita, Ferrante, Della Seta, Casson, Ignazio Marino, Amati, Armato, De Luca, Di Giovanpaolo, Maritati, Mazzuconi, Monaco, Nerozzi. Nell’appello lanciato da Legambiente pochi giorni fa (www.legambiente.it/iostoconlaricerca) insieme a 30 scienziati italiani tra cui , solo per citarne qualcuno, l’astrofisica Margherita Hack, l’astronauta Umberto Guidoni, il chimico Vincenzo Balzani, il fisico Giorgio Parisi, si sottolinea come la riduzione indiscriminata di fondi agli enti di ricerca, scientifici umanistici e ambientali, comprometterà importanti progetti e che i tagli previsti in tre anni ammontano a 210 milioni di euro (33.147.093 nel 2012 e 88.392.247 per il 2013 e 2014).
A questa situazione fanno da contraltare gli stanziamenti al settore dell’autotrasporto che prevedono fondi per 400 milioni di euro per il 2013, che si aggiungono ai 400 già stanziati negli ultimi anni, ogni anno. Nell’emendamento si propone dunque di recuperare dal fondo per l’autotrasporto i soldi per la ricerca in modo da riequilibrare il sacrificio. “Chiediamo più equità e più lungimiranza – aggiunge il presidente di Legambiente – perché se bisogna tagliare è assurdo e miope azzerare la ricerca che va a beneficio di tutti e contribuisce alla crescita e al prestigio dell’Italia e sostenere in modo così generoso il trasporto delle merci su strada che al contrario contribuisce all’inquinamento dell’aria e all’aumento delle emissioni di CO2 per le quali dovremo pagare pesanti multe se l’Italia sforerà i limiti dettati dai trattati internazionali”.
bravi!