Semplificazione e strategia energetica, tutto sul CdM di oggi
Semplificazione e strategia energetica nazionale al centro del Consiglio dei Ministri odierno. Il CdM ha approvato le nuove misure sulla semplificazione a favore di cittadini e imprese che proseguono sulla strada del decreto-legge Semplifica-Italia del 9 febbraio 2012.
Il primo intervento è “più sicurezza e meno carte”: vengono semplificati alcuni adempimenti formali in materia di sicurezza sul lavoro e c’è un largo utilizzo, sull’esempio delle migliori esperienze internazionali, di modelli standard e procedure semplificate. Quest’ultimo punto consentirà di risparmiare sui costi per i cittadini (che sono stimati in 3,7 miliardi di euro); le risorse liberate andranno a garantire la tutela effettiva della sicurezza.
Semplificazione anche nel settore edilizio: sul permesso di costruire si prevede la certezza dei tempi di conclusione del procedimento. La norma elimina il silenzio rifiuto previsto per il rilascio del permesso di costruire nei casi in cui sussistano vincoli ambientali, paesaggistici o culturali: il provvedimento dovrà essere sempre espresso in base ai principi stabiliti dalla legge n. 241 del 1990. Per quanto riguarda l’autorizzazione paesaggistica, al fine di assicurare la certezza dei tempi di conclusione del procedimento, si prevede l’obbligo dell’amministrazione competente, una volta decorso il termine, ridotto a 45 giorni per l’espressione del parere da parte del soprintendente, di provvedere sulla domanda di autorizzazione. In materia di tutela ambientale si prevede un complesso di norme per semplificare una serie di procedimenti nel rispetto degli standard comunitari al fine di assicurarne l’accelerazione.
Su questi punti arrivano già le prime critiche degli ambientalisti. “Il silenzio assenso per le autorizzazioni a costruire anche nelle aree con vincoli ambientali e paesaggistici è una vera e propria follia che rischia di portare a un nuovo sacco del patrimonio culturale italiano, mettendo a rischio i laghi, le aree costiere e archeologiche dove la speculazione potrà approfittare di piani regolatori vecchi e dell’assenza della pianificazione paesaggistica”. E’ quanto dichiara Vittorio Cogliati Dezza, presidente di Legambiente. “Sarebbe una semplificazione assurda e pericolosa – prosegue il presidente di Legambiente – perché è del tutto evidente, considerati i tagli fatti in questi anni e lo stato di abbandono e di disorganizzazione in cui versano tante Soprintendenze, che le amministrazioni preposte alla tutela del vincolo nella stragrande maggioranza dei casi non saranno in grado di rispondere alle richieste nei tempi previsti, facendo scattare il silenzio assenso alla trasformazione”.
Legambiente ricorda che solo in Sardegna e Puglia sono stati approvati Piani Paesaggistici ai sensi del Codice dei Beni Culturali, che consentono di avere il quadro di che cosa si può fare nei diversi ambiti territoriali. “Chiediamo al Parlamento e ai ministri – conclude Cogliati Dezza – di opporsi categoricamente a questa scelta. Ministero dei Beni Culturali e Regioni completino le regole di tutela con l’approvazione dei piani paesaggistici, e poi si potrà parlare di semplificazione”.
Ma sul ddl semplificazioni ha espresso la sua preoccupazione anche il Garante Privacy: “Escludere dall’applicazione del Codice in materia di dati personali coloro che agiscono nell’esercizio dell’attività imprenditoriale, anche individuale, anziché semplificare la vita degli imprenditori li priva, in quanto persone fisiche, di ogni garanzia rispetto al trattamento dei loro dati, anche delicatissimi, e si pone in contrasto con la Direttiva europea. Ove il testo venisse confermato, l’Autorità garante si vedrebbe costretta a sollevare la questione in sede comunitaria. Il Garante auspica, quindi, che il Parlamento possa correggere il testo conformandolo alle norme europee. Anche perché le continue modifiche alla disciplina della protezione dei dati personali, operate in maniera non organica, rischiano peraltro di determinare difficoltà applicative e dubbi interpretativi tali da vanificare le stesse finalità di semplificazione che si intendono perseguire, come dimostrano gli effetti di alcune recenti modifiche apportate al Codice privacy.
Tornando ai provvedimenti approvati dal Consiglio dei Ministri, ci sono anche acuni interventi per rendere la vita più semplice ai cittadini in procedure come il cambio di residenza e la dichiarazione per la tassa dei rifiuti. Si evitano così inutili peregrinazioni tra gli uffici e si previene l’evasione tributaria. Infine, gli Atenei devono rilasciare, su richiesta, le certificazioni dei titoli di studio anche in lingua inglese.
Il Ministro dello sviluppo economico Corrado Passera ha poi illustrato al Consiglio la nuova Strategia Energetica Nazionale su cui oggi è partita una consultazione online sul sito del Ministero. Entro 2 mesi il Governo vuole giungere alla definizione di obiettivi, scelte di fondo e azioni prioritarie quanto più possibile condivisi, nell’interesse generale del Paese, per poi approvare il testo nel Consiglio dei Ministri. La modernizzazione del settore energia è un elemento cardine dell’Agenda per la crescita sostenibile del Governo (sono passati oltre vent’anni dall’ultimo Piano Energetico Nazionale).
La Strategia ha come orizzonte il 2020: entro quella data l’Italia deve superare lo svantaggio competitivo del settore e ridurre il peso dell’energia sul bilancio familiare. E si vuole anche andare oltre gli obiettivi europei 20-20-20:
• Allineamento dei prezzi all’ingrosso ai livelli europei per tutte le fonti energetiche: elettricità, gas e carburanti.
• Riduzione di circa 14 miliardi di euro/anno di fattura energetica estera (rispetto ai 62 miliardi attuali), con la riduzione dall’84 al 67% della dipendenza dall’estero, grazie a efficienza energetica, aumento produzione rinnovabili, minore importazione di elettricità e maggiore produzione di risorse nazionali.
• Riduzione di circa il 19% di emissioni di gas serra, superando gli obiettivi europei per l’Italia pari al 18% di riduzione rispetto alle emissioni del 2005.
• 20% di incidenza dell’energia rinnovabile sui consumi finali lordi (rispetto al circa 10% del 2010). Sui consumi primari energetici l’incidenza equivale al 23%, mentre si ha una riduzione dall’86 al 76% dei combustibili fossili. Inoltre, ci si attende che le rinnovabili diventino la prima fonte nel settore elettrico, al pari o superando leggermente il gas, rappresentando il circa 36-38% dei consumi (rispetto al 23% del 2010).
• Riduzione del 24% dei consumi primari rispetto all’andamento inerziale al 2020 (ovvero, -4% rispetto al 2010), superando gli obiettivi europei di -20%, principalmente grazie alle azioni di efficienza energetica.
Se raggiunti, questi risultati daranno benefici in termini di crescita economica ed occupazione: si stima che ci saranno 180 miliardi di euro di investimenti da qui al 2020, sia nella green e white economy (rinnovabili e efficienza energetica), sia nei settori tradizionali (reti elettriche e gas, rigassificatori, stoccaggi, sviluppo idrocarburi). Investimenti privati, in parte supportati da incentivi.
Per raggiungere questi risultati la strategia si articola in 7 priorità con specifiche misure concrete a supporto avviate o in corso di definizione:
1. La promozione dell’Efficienza Energetica, strumento ideale per perseguire tutti gli obiettivi sopra menzionati, per la quale si prevede il superamento degli obiettivi europei.
2. La promozione di un mercato del gas competitivo, integrato con l’Europa e con prezzi ad essa allineati, e con l’opportunità di diventare il principale Hub sud-europeo.
3. Lo sviluppo sostenibile delle energie rinnovabili, per cui si intendono superare gli obiettivi europei (‘20-20-20’), contenendo al contempo l’onere in bolletta.
4. Lo sviluppo di un mercato elettrico pienamente integrato con quello europeo, efficiente (con prezzi competitivi con l’Europa) e con la graduale integrazione della produzione rinnovabile.
5. La ristrutturazione del settore della raffinazione e della rete di distribuzione dei carburanti, verso un assetto più sostenibile e con livelli europei di competitività e qualità del servizio.
6. Lo sviluppo sostenibile della produzione nazionale di idrocarburi, con importanti benefici economici e di occupazione e nel rispetto dei più elevati standard internazionali in termini di sicurezza e tutela ambientale.
7. La modernizzazione del sistema di governance del settore, con l’obiettivo di rendere più efficaci e più efficienti i nostro processi decisionali.
Il CdM ha sottolineato che per raggiungere i risultati fissati in efficienza energetica, fonti rinnovabili e uso sostenibile di combustibili fossili, c’è bisogno della ricerca e dello sviluppo di tecnologie d’avanguardia.
“Finalmente dopo mesi di annunci, il Governo ha avviato la consultazione sulla strategia energetica nazionale” commenta Adiconsum che chiede al Governo Monti di incontrare le Associazioni dei consumatori, perché “un piano energetico nazionale che si rispetti non può non tener conto della voce dei consumatori”. “Il settore energetico italiano è gravato da anni da una serie di problemi ormai cronici, primo fra tutti la pesante dipendenza dall’estero per le materie prime. Finalmente il Governo dopo mesi di annunci, ha redatto il documento che detterà il nuovo piano energetico nazionale. Accogliamo positivamente l’avvio della consultazione sulla strategia energetica nazionale lanciata dal Governo – dichiara Pietro Giordano, Segretario generale Adiconsum – Non mancheremo di inviare il nostro contributo alla consultazione”.
“Dalla presentazione della consultazione pubblicata sul sito dello Sviluppo Economico apprendiamo – prosegue Giordano – che non sono previsti incontri con le Associazioni dei Consumatori. Chiediamo a gran voce di essere auditi: un piano energetico nazionale che si rispetti non può prescindere dalla conoscenza delle proposte di tutti gli attori interessati, comprese le Associazioni dei Consumatori. Consumatori che sono i primi a pagare con il caro-bollette le inefficienze del sistema”.
Adiconsum avanza comunque le sue proposte:
· riduzione della dipendenza dall’estero con la creazione di un hub del Mediterraneo con rigassificatori, stoccaggi, punti di accumulo, ecc..
· incentivi alle aziende con tecnologia interamente italiana delle energie rinnovabili
· stabilizzazione dei meccanismi delle detrazioni e delle incentivazioni sul risparmio e sull’efficienza energetica.