Non è un buon momento per la Regione Lazio: accanto all’emergenza dell’acqua all’arsenico, c’è quella dei rifiuti. Entrambe le questioni sono delicate e ci pongono nel mirino di Bruxelles. Per evitare pesanti sanzioni è necessario intervenire con urgenza. Ma l’ottimismo non è di casa nella Regione, anche perché è senza una giunta da più di tre mesi. Sul piano dei rifiuti, la Commissione Europea sta valutando se portare l’Italia davanti alla Corte di Giustizia Europea per la discarica di Malagrotta. 
malagrottaIntanto è operativo il decreto per i rifiuti di Roma, emanato dal Ministro dell’Ambiente Corrado Clini che delinea alcune azioni per superare le criticità: “forzare le tappe sul riciclo e sul ricupero di materia e di energia, pieno utilizzo della capacità produttiva degli impianti di trattamento meccanico-biologico del Lazio, gestione integrata secondo le direttive europee e le leggi italiane”. Il decreto impegna le autorità locali preposte alla gestione dei rifiuti e nomina un commissario che interverrà in caso di loro inadempienza, considerando che la procedura d’infrazione 2011/4021 riguarda in particolare il conferimento in discarica di rifiuti non trattati. Per quanto riguarda la città di Roma, dovrà essere reso operativo il piano per la raccolta differenziata nel Comune di Roma sottoscritto da Ama e Conai il 30 giugno scorso.
Il decreto prevede tempi molto stringenti, per evitare che si determini una situazione di emergenza nella gestione dei rifiuti della capitale e per prevenire le sanzioni connesse alla procedura di infrazione europea. “Il percorso e le misure individuate dal decreto consentono di allineare la gestione dei rifiuti di Roma e del Lazio – spiega il Ministro Clini – alle direttive europee e alle leggi nazionali, utilizzando al meglio l’impiantistica esistente e programmata nella Regione. L’attuazione completa del decreto consentirà di riconsiderare la proroga di Malagrotta e la realizzazione di una discarica provvisoria a Monti dell’Ortaccio, perché gran parte delle ragioni che hanno portato a queste decisioni saranno superate dai risultati del decreto – conclude il ministro – e secondo il decreto solo in caso di necessità, e limitatamente alle quantità che risulteranno dopo il riciclo e la piena utilizzazione degli impianti, potrà essere considerata la possibilità di individuare aree idonee per discariche”.

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