Innovazione ed efficienza al servizio dell’economia circolare, un settore in cui l’Italia può vantare un primato impensabile fino a pochi anni fa. Nel 2015 sono state raccolte circa 900.000 tonnellate di imballaggi in plastica, 15,1 Kg per abitante all’anno (erano 13,9 nel 2014): un risultato di tutto rispetto dovuto anche alla crescita del contributo al servizio dato dalle regioni del Sud. Grazie all’innovazione tecnologica, oltre alla raccolta differenziata, cresce notevolmente anche il riciclo: nel 2015 sono state riciclate 540.000 tonnellate di rifiuti di imballaggio in plastica, mentre solo lo 0,8% del materiale raccolto è stato avviato a discarica dove, grazie al recupero della materia, si è evitato di immettere 29 milioni di metri cubi di rifiuti. Grazie al riciclo, nel 2015 sono stati risparmiati oltre 9.500 GWh di energia.
La raccolta differenziata e il riciclaggio degli imballaggi in plastica rappresentano quindi una nuova ma già consolidata frontiera industriale, in grado di aumentare posti di lavoro e contribuire a uno sviluppo tecnologico innovativo e pulito, a vantaggio del clima e dell’ambiente. I numeri e le best practices del riciclo della plastica sono state illustrate oggi nel corso del convegno sul riciclo della plastica made in Italy, organizzato da Corepla e Legambiente.
Giorgio Quagliuolo, presidente Corepla, ha ribadito l’intenzione di voler raggiungere il milione di tonnellate di plastica raccolte nel 2017. “Il dato del Sud, + 14% nel 2015”, ha detto Quagliuolo, “invita ad essere orgogliosi di questi numeri. E orgogliosi di un sistema che ha scelto, tra i primi in Europa, di estendere la raccolta e il riciclo a tutti gli imballaggi in plastica. Tale scelta ci ha permesso di sperimentare la selezione di nuove tipologie di imballaggi arrivando a creare una importante filiera del riciclo ad elevato tasso di automazione, divenuta oggi eccellenza a livello europeo.”
Dopo lunghe stagioni caratterizzate dalle emergenze rifiuti”, dichiara Rossella Muroni, presidente nazionale di Legambiente, “nel nostro Paese si sono consolidate numerose esperienze di gestione virtuosa e di imprese attive nel settore del riciclo della plastica, fondate su efficienza e innovazione tecnologica. Nonostante la diminuzione dei prezzi del materiale vergine, l’industria del riciclo ha comunque aumentato i suoi numeri. Grazie al forte impulso delle ultime novità normative sugli acquisti verdi previsti dal Collegato ambientale e dal nuovo Codice degli appalti, l’Italia può oggi contribuire alla discussione europea sulla definizione del pacchetto dell’economia circolare con un protagonismo impensabile fino a pochi anni fa”.
Contrariamente a quanto avviene in un sistema di economia lineare, in cui terminato il consumo termina anche il ciclo del prodotto che diventa rifiuto, l’economia circolare attiva un processo di autogenerazione in cui tutte le attività, a partire dall’estrazione delle materie prime e dalla produzione, sono organizzate in modo che i rifiuti di qualcuno diventino risorse per qualcun’altro.
Il nostro Paese è già tra i più virtuosi nel settore dell’economia circolare: per ogni milione di euro di Pil, infatti, produciamo 42 tonnellate di rifiuti a fronte delle 65 prodotte dalla Germania, grazie alla capacità di recupero e riuso dei rifiuti nel settore produttivo. Un settore in crescita, anche se con caratteristiche differenti da regione a regione, con aree che sono campioni a livello europeo e altre che continuano a investire in impianti di smaltimento.
Tra le best practices illustrate durante il convegno, l’esperienza della Montello S.p.a., azienda di Bergamo, che da produttrice di tondini di ferro per il cemento armato è trasformata principali protagonisti del trattamento e riciclo degli imballaggi in plastica. Per quanto riguarda invece le aziende virtuose che svolgono la loro attività in aree più complesse, la SRI – ERREPLAST di Gricignano di Aversa (CE) possiede un innovativo polo di selezione e riciclo degli imballaggi in plastica, al punto da diventare una realtà di livello europeo.


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