Ambientalisti sul piede di guerra per la preapertura della caccia in tante regioni d’Italia. L’apertura anticipata della stagione venatoria all’inizio di settembre riguarda 14 Regioni. “Erano diversi anni che non si assisteva, da parte delle Regioni, ad una così generalizzata violazione delle norme che tutelano la fauna e che regolano l’attività venatoria”, denuncia il WWF. Sostiene la Lav: “Amministratori alla ricerca di consenso politico”.

La legge 157/1992 (“Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio”), stabilisce come  apertura regolare della caccia la terza domenica di settembre, ricorda il WWF, e concede come deroga la facoltà per le regioni di modificare i termini, con avvio della stagione venatoria il 1 settembre “per determinate specie in relazione alle situazioni ambientali delle diverse realtà  territoriali”. Serve il parere dell’Ispra ma molte regioni, dice l’associazione, hanno deciso senza chiederlo o col parere contrario. In pratica si delibera di anticipare l’avvio della stagione di caccia ai primi giorni di settembre rispetto a quanto stabilito dalla legge (terza domenica di settembre), prolungando così la stagione venatoria (più di 4 mesi).

“Sono ben 14 le Regioni che ad oggi hanno approvato una preapertura – spiega il WWF – Così facendo si autorizzano moltissimi giorni di caccia in più con migliaia e migliaia di animali uccisi, oltre al disturbo a tante specie che in questo periodo sono in fasi molto delicate della loro vita: i piccoli sono ancora immaturi, le specie migratrici devono prepararsi ai lunghi voli verso i luoghi di svernamento, tanti animali sono provati dalla scarsità di acqua e cibo a causa della siccità estiva e molti altri stanno ancora nidificando”. E non ci sono solo le preaperture, prosegue l’associazione, perché “in generale i provvedimenti che regolano la prossima stagione di caccia in molte regioni sono pessimi e gli avvocati del WWF, da soli o con i colleghi di altre associazioni, hanno dovuto avviare molti ricorsi ai TAR, chiedendo l’annullamento degli atti delle Regioni che non rispettano le norme a tutela della biodiversità e della fauna selvatica. Il WWF ha così presentato ricorsi in Abruzzo, Liguria, Marche (ben due!), Toscana, Trentino, Sardegna, Sicilia e Umbria”.

“Si tratta di un quadro desolante rispetto al quale dobbiamo ancora una volta registrare che troppi amministratori regionali vogliono semplicemente accontentare la parte più retrograda del mondo venatorio, dimenticando che la fauna è un bene di tutti e che ci sono decine di sentenze della Corte costituzionale che l’hanno riconosciuto quale parte integrante del ‘valore ambiente’, da considerare bene unitario, valore trasversale e primario, diritto fondamentale e inviolabile della persona e patrimonio della comunità per cui è dovere dello Stato e delle Regioni garantirne la protezione”, ha detto il vicepresidente del WWF Italia, Dante Caserta.

Si è mobilitata anche la Lav, che denuncia una generale ricerca di consenso politico. E parla della possibilità di rischi per le persone, considerata la stagione ancora vacanziera. “Le preaperture non sono affatto obbligatorie – commenta Massimo Vitturi, responsabile LAV Animali Selvatici – tuttavia, in gran parte delle Regioni d’Italia, non passa anno che esse non siano concesse da amministratori che, nella continua ricerca di consenso politico, sono disposti a sacrificare la vita di milioni di animali.” Per la Lav permettere di cacciare sin dal primo settembre “oltre a comportare l’uccisione di un maggior numero di animali, determina un grave impatto sugli equilibri ambientali e costituisce un grave rischio per i tanti turisti ancora in vacanza in questo periodo. Una concessione che accomuna trasversalmente tutte le forze politiche, senza distinzione di colore, unite nel concedere sempre qualcosa in più ai fucili dei cacciatori”.


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