Se non si corre ai ripari, il mondo continuerà a scaricare negli oceani 9 milioni di tonnellate di plastica l’anno. Quella plastica che rappresenta il 70% dei rifiuti marini prodotti dai Paesi europei. Solo quelli che si affacciano sul Mediterraneo generano ogni anno oltre 24 milioni di tonnellate di rifiuti in plastica. Per questo serve controllare tutta la filiera e porre fine all’uso della plastica monouso, al più presto. Insieme a questo, serve un Trattato globale contro l’inquinamento marino da plastica, che sia legalmente vincolante per tutti i paesi del mondo.

Per questo il WWF ha lanciato una mobilitazione internazionale per tirare fuori la plastica dai mari, accelerare la messa al bando dei prodotti di plastica monouso in Europa e in Italia e raggiungere un Trattato globale a livello Onu. Ieri l’associazione ha consegnato al ministro dell’Ambiente Sergio Costa 720mila firme raccolte per accelerare la messa al bando dei prodotti di plastica monouso e intervenire su imballaggi, microplastiche e reti “fantasma”, allo scopo di salvare i mari dall’inquinamento. Insieme a queste firme, raccolte in Italia, sono state raccolte oltre 270 mila firme dalla petizione mondiale per avere un accordo globale e vincolante, che veda tutti i Paesi del mondo fare la loro parte perché la natura non sia soffocata dalla plastica. In acqua infatti non ci sono confini. I rifiuti prodotti da un paese possono finire ovunque nel mondo. Serve dunque un’azione globale e condivisa a livello internazionale perché se non saranno presi provvedimenti, entro il 2050 nei mari ci sarà più plastica che pesce.

In agenda c’è l’appuntamento internazionale Onu dall’11 al 15 marzo. “Abbiamo chiesto al ministro Costa di sostenere le richieste della nostra petizione globale “StopPlasticPollution” per un Trattato globale legalmente vincolante, dando supporto alla risoluzione che verrà proposta da 30 Paesi all’Assemblea delle Nazioni Unite sull’Ambiente (UNEA-4), che si svolgerà a Nairobi in Kenya a partire da lunedì 11 marzo – ha detto la presidente del WWF Donatella Bianchi –  Chiediamo, inoltre, che l’Italia svolga un’azione diplomatica di convincimento verso gli altri Paesi europei e dei Paesi del Mediterraneo. L’obiettivo è che a conclusione di UNEA-4 ci sia un mandato per un Accordo globale per un nuovo Trattato da discutere nell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite di settembre. C’è bisogno che tutti i Paesi del mondo si diano obiettivi globali e nazionali di riduzione dell’inquinamento marino da plastica, con tempi chiari e scadenze dettagliate, creando anche un panel intergovernativo di esperti (come è avvenuto per i cambiamenti climatici) e un fondo globale per fornire risorse economiche e tecniche ai Paesi meno ricchi per vincere questa battaglia”.

Per l’Italia il WWF chiede di anticipare i contenuti della direttiva comunitaria, in dirittura d’arrivo, mettendo al bando 10 prodotti di plastica monouso (tra cui posate, piatti, cannucce, mescolatori per bevande, aste per palloncini); introdurre una cauzione sugli imballaggi di plastica e circuiti ben congegnati che favoriscano il loro riciclaggio; bandire entro il 2025 tutti i prodotti contenenti microplastiche, a cominciare dai detergenti; censire gli  attrezzi da pesca “fantasma” (reti, lenze…) abbandonati in mare, favorendo il loro recupero e il loro conferimento in strutture portuali.


Vuoi ricevere altri aggiornamenti su questi temi?
Iscriviti alla newsletter!



Dopo aver inviato il modulo, controlla la tua casella per confermare l'iscrizione
Privacy Policy

Parliamone ;-)