La soddisfazione si accompagna alla richiesta di andare avanti, di fare prima, di andare più veloci. Lo stop alla plastica monouso approvato dal Parlamento europeo è accolto con favore da ambientalisti e consumatori. Ora c’è la necessità di proseguire su questa strada, di fare in modo che l’Italia assuma una posizione di leadership, di sensibilizzare i consumatori a fare la loro parte per agire da subito, e non dal 2021, su un problema – l’inquinamento da plastica – al centro del dibattito pubblico e delle preoccupazioni ambientali e di salute.

Il voto del Parlamento europeo sulla direttiva sui prodotti in plastica usa e gettaè un passo importante nella lotta all’inquinamento da plastica non gestita correttamente che finisce nei nostri mari, fiumi e laghi. Soprattutto, si invia un forte messaggio ai governi nazionali ad essere ambiziosi e celeri; a partire dall’Italia che deve giocare un ruolo da protagonista”. Questo il commento del presidente di Legambiente Stefano Ciafani, che prosegue: “Il nostro paese già può vantare una indiscussa leadership normativa, essendo stato il primo a mettere al bando gli shopper di plastica, i cotton fioc e le microplastiche nei cosmetici, misure riprese nella proposta di direttiva europea. Un primato che auspichiamo venga mantenuto approvando in tempi rapidi il disegno di legge ‘Salvamare’ sulla plastica monouso predisposto dal ministro dell’ambiente Sergio Costa unificandone i contenuti con progetto di legge sul fishing for litter presentato a Montecitorio da Rossella Muroni”.

Per Legambiente, il testo adottato dal Parlamento europeo è migliore rispetto alla proposta iniziale della Commissione europea. Per i prodotti monouso per i quali non esistono alternative, gli Stati membri dovranno mettere a punto piani nazionali, con misure dettagliate, per ridurre significativamente il loro utilizzo, da tramettere alla Commissione entro due anni dall’entrata in vigore della direttiva.

“Al Governo chiediamo di avviare subito un tavolo con tutti i portatori d’interesse (produttori, amministrazioni, utilizzatori, associazioni ambientaliste) per accompagnare la transizione e rendere efficace il percorso di deplastificazione – prosegue il presidente di Legambiente, Stefano Ciafani –. Così come ci aspettiamo vengano ribadite in Italia l’importanza delle bioplastiche nello sviluppo dell’economia circolare, compresa la filiera dei rifiuti organici e del compostaggio, di cui il nostro Paese è leader in Europa. Nella direttiva è anche prevista la possibilità di introdurre a livello nazionale restrizioni di mercato per contenitori alimentari e bicchieri per bevande. Anche se non vi sono target nazionali per questi prodotti, gli Stati membri devono ridurre significativamente il loro consumo e auspichiamo quindi misure stringenti anche sui bicchieri di plastica usa e getta”. Nel testo si introduce anche l’obbligo, a partire dal 2024, di avere il tappo attaccato alla bottiglia per evitare che questo si disperda con facilità.

Di primo passo parla l’Adoc.  “Imporre il divieto di usare e vendere plastica monouso è sicuramente un buon inizio nella corsa all’abbandono di ogni prodotto realizzato in plastica – dichiara Roberto Tascini, presidente dell’Adoc – anche se il termine del 2021 è fin troppo in là rispetto all’urgenza del problema. Per questo non possiamo, come consumatori, aspettare che la soluzione venga dall’alto, dobbiamo noi per primi attivarci e indirizzare il mercato verso una società “plastic-free”.

“Siamo convinti – prosegue Tascini – di avere la forza necessaria, come consumatori, per iniziare un cambiamento improntato sulla sostenibilità e sulla responsabilità.  Anche per questo abbiamo sottoscritto un accordo con A Plastic Planet, una grande associazione internazionale che si batte in prima linea contro l’invasione della plastica, per noi è motivo di orgoglio. Insieme proveremo a sensibilizzare i consumatori, i giovani, le famiglie sui rischi legati alla presenza massiva di materiali plastici, sui vantaggi dell’economica circolare e su come ridurre l’uso di plastiche.”


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