Ci sarà anche “l’abbattimento controllato” nel “Piano lupo” approvato in Conferenza Stato-Regioni. Promette di alimentare nuove critiche il Piano per la conservazione del lupo, già contestato nei giorni scorsi dalle associazioni ambientaliste e animaliste nella parte in cui prevede la possibilità di attuare abbattimenti legali dei lupi. L’approvazione politica definitiva ci sarà il 2 febbraio. Il Ministero dell’Ambiente difende il provvedimento, che di certo non piacerà a quanti si erano mobilitati paventando il rischio del ritorno della caccia al lupo.

lupoCome informa l’Ansa, la Conferenza Stato-Regioni ha approvato in sede tecnica il Piano di conservazione del lupo, elaborato con la collaborazione di una settantina di esperti, che prevede 22 azioni per favorire la convivenza fra i lupi e gli allevamenti. “Il Piano – spiega l’Ansa – indica tutta una serie di misure da prendere per tutelare gli allevamenti, dalle recinzioni speciali ai rimborsi. La misura più controversa è la 22, che prevede un abbattimento controllato di un numero di lupi non superiore al 5% del numero complessivo in Italia, previo un piano regionale approvato dal Ministero dell’Ambiente”. Il Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti ha difeso il provvedimento: “Nessuno vuole ammazzare i lupi. Vogliamo una normativa che permetta di conservare la biodiversità e che permetta la convivenza fra i lupi e gli agricoltori”.

Già all’indomani della protesta degli ambientalisti il Ministero dell’Ambiente aveva contestato il timore del ritorno al “far west” della caccia al lupo, sostenendo che “il testo concede in casi eccezionali la possibilità di attivare deroghe al divieto di rimozione di singoli esemplari di lupi, già prevista dalle norme italiane ed europee, avviando un percorso strettamente regolamentato e caratterizzato da rigorose azioni di prevenzione. Non esiste dunque nel piano alcuna ‘caccia al lupo’ indiscriminata, come paventato da alcune associazioni, ma di un insieme di azioni coerenti sotto il profilo scientifico mirate a migliorare lo stato di conservazione della specie e al contempo la pacifica convivenza con l’uomo”. Facile immaginare che questo ulteriore passaggio non piacerà a quanti si stanno battendo perché non si torni ad abbattere una specie finora protetta.


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