Il Parlamento europeo ha votato la legge sul ripristino della natura (Foto di bertvthul da Pixabay)

Via libera dell’Eurocamera alla legge sul ripristino della natura, che è stata in bilico fino agli ultimi minuti prima della votazione. Il testo, infine, è stato approvato con 329 voti favorevoli, 275 contrari e 24 astenuti. I Paesi dell’UE dovranno ripristinare almeno il 30% degli habitat in cattive condizioni (come foreste, praterie e zone umide) entro il 2030, il 60% entro il 2040 e il 90% entro il 2050.

Dopo la votazione il relatore César Luena ha dichiarato: “Oggi è un grande giorno per l’Europa, perché passiamo dalla protezione e dalla conservazione della natura al suo ripristino. La nuova legge ci aiuterà anche a rispettare molti dei nostri impegni internazionali in materia di ambiente. Inoltre, ripristinerà gli ecosistemi degradati senza compromettere il settore agricolo, lasciando agli Stati membri una grande flessibilità. Vorrei ringraziare i ricercatori per averci fornito le evidenze scientifiche e per il loro impegno nel combattere il negazionismo climatico. E vorrei ringraziare anche i giovani per averci ricordato che non abbiamo né un pianeta B, né un piano B.”

 

Ripristino della natura, raggiunto l’accordo in Europa (Foto Pixabay)

 

Ripristino della natura, di cosa si tratta

Oltre l’80% degli habitat europei è in cattivo stato. Il 22 giugno 2022 la Commissione europea ha proposto una legge sul ripristino della natura per contribuire al recupero a lungo termine della natura danneggiata nelle zone terrestri e marine dell’UE, per raggiungere gli obiettivi dell’UE in materia di clima e biodiversità e per rispettare gli impegni internazionali dell’UE, in particolare il quadro globale di Kunming-Montreal per la biodiversità. Secondo la Commissione, la nuova legge apporterebbe notevoli benefici economici, in quanto ogni euro investito si tradurrebbe in almeno 8 euro di benefici. Questa legge risponde alle aspettative dei cittadini in materia di protezione e ripristino di biodiversità.

Per conseguire gli obiettivi fissati dall’Ue, secondo il testo approvato in Aula, entro il 2030 gli Stati membri dovranno ripristinare il buono stato di salute di almeno il 30% degli habitat contemplati dalla nuova legge. Questa percentuale aumenterà poi al 60% entro il 2040 e al 90% entro il 2050.

I paesi dell’Ue dovranno quindi garantire che le zone ripristinate non tornino a deteriorarsi in modo significativo. Inoltre, dovranno adottare piani nazionali di ripristino che indichino nel dettaglio in che modo intendono raggiungere gli obiettivi.

Per quel che riguarda gli ecosistemi agricoli, ad esempio, i paesi dell’Ue dovranno registrare progressi in due di questi tre indicatori: indice delle farfalle comuni; percentuale di superficie agricola con elementi caratteristici del paesaggio con elevata diversità; e stock di carbonio organico nei terreni minerali coltivati. Come richiesto dal Parlamento, la legge prevede anche un freno di emergenza che, in circostanze eccezionali, consentirà di sospendere gli obiettivi relativi agli ecosistemi agricoli qualora questi obiettivi riducano la superficie coltivata al punto da compromettere la produzione alimentare e renderla inadeguata ai consumi dell’Ue.

In attesa che venga approvato anche dal Consiglio, il testo verrà pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell’UE ed entrerà in vigore 20 giorni dopo.


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