Marcia indietro europea sui pesticidi, Movimento Consumatori: un danno alla salute (Foto Pixabay)

“Il Green Deal e gli agricoltori non sono i responsabili delle distorsioni del settore, ma le subiscono e la marcia indietro dell’Europa sulla riduzione dell’uso dei pesticidi continuerà ad esporre i consumatori a gravi rischi per la salute”. Così il Movimento Consumatori che interviene sul ritiro, da parte della Commissione europea, della proposta tesa a dimezzare entro il 2030 l’uso dei pesticidi e dei prodotti fitosanitari chimici nell’Ue.

L’Ue ritira la proposta sui pesticidi

Nei giorni scorsi infatti, con la protesta dei “trattori” esplosa in diversi paesi europei, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha annunciato il ritiro del progetto di legge che puntava a ridurre l’uso dei pesticidi in agricoltura e che era già stato ridimensionato dal Parlamento europeo. La proposta di regolamento Sur (Sustanainable Use Regulation) avrebbe ridotto i pesticidi chimici utilizzati in agricoltura e introdotto regole più rigorose per applicare un controllo dei parassiti rispettoso dell’ambiente. Questa concessione, interviene il Movimento Consumatori, “mira a sedare la mobilitazione dei trattori” ma “non dà risposta alle motivazioni della protesta degli agricoltori e soprattutto non risolve i problemi veri di questa filiera”.

 

Glifosato, manca la maggioranza qualificata. La Commissione Ue approverà il rinnovo
Glifosato, manca la maggioranza qualificata. La Commissione Ue approverà il rinnovo (foto Pixabay)

 

Movimento Consumatori: si fa il gioco delle lobby dell’agroindustria

“Considerare gli agricoltori e il Green Deal colpevoli del fallimento del sistema agroalimentare europeo è fare il gioco delle lobby dell’agroindustria, avallato anche da altre recenti politiche europee, come il rinnovo all’uso del glifosato”, afferma il Movimento Consumatori.

Per l’associazione anche gli agricoltori subiscono le distorsioni del settore e la marcia indietro dell’Europa sui pesticidi rappresenterà una minaccia per la salute, considerato il legame – trovato da diversi studi – fra esposizione ai pesticidi e insorgenza di tumori.

«Le difficoltà che lamentano gli agricoltori sono reali, ma lo è anche l’urgenza di salvaguardare la salute dei cittadini – afferma Gustavo Ghidini, presidente di Movimento Consumatori – è necessario, quindi, sanare le distorsioni e le ingiustizie della filiera agroalimentare; se chi produce è schiacciato e vessato dai compratori (pensiamo ad esempio alla filiera del latte) ogni cambiamento di produzione imposto per ragioni ambientali, anche se compensato, viene vissuto come un’ennesima vessazione, questa volta da parte del regolatore e soprattutto come non risolutivo del problema vero: lo strapotere dell’agroindustria, del settore distributivo e delle grandi industrie agrichimiche (sementi e pesticidi). Il rimedio a questo strapotere non sarà il ritiro del regolamento Sur, che anzi mirava a migliorare non solo la salubrità del suolo e dei consumatori, ma anche degli operatori agricoli stessi. Il ritiro è un regalo della Ue alle aziende agrichimiche che, per ragioni ‘elettorali’, ha mollato sulla riduzione dei pesticidi».

Se si vuole tutelare gli agricoltori, aggiunge il segretario generale dell’associazione Alessandro Mostaccio, bisogna intervenire sul prezzo di acquisto delle materie prima da parte dei grandi trasformatori.

Dice Mostaccio: «Se è vietato per i supermercati vendere i prodotti ‘sotto costo’, lo deve essere anche per gli agricoltori. Non è ragionevole continuare a spendere ingenti quantità di denaro pubblico (ad oggi circa 55 miliardi annui), destinando circa il 25% del bilancio comunitario alla politica europea agricola (PAC) per aiutare gli agricoltori a continuare a fare parte di una filiera che li opprime. Equità e rispetto nelle filiere agricole non possono essere obiettivi raggiungibili a livello nazionale, devono entrare nell’agenda della prossima Commissione europea e del prossimo Parlamento. Con l’avvertenza però che la politica deve prendere posizione sui modelli di sviluppo e difenderli con coerenza, alleandosi con i più deboli, cioè agricoltori e consumatori e regolamentando lo strapotere dei grandi gruppi industriali».


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