Ortofrutta e zootecnia al Sud sono messi a dura prova dal perdurare di una situazione climatica da “bollino rosso’’. La Confederazione Italiana Agricoltori registra perdite ingenti sulle coltivazioni e guasti a tubature e mezzi strumentali in molte aziende agricole, a cui si aggiunge la crescita della bolletta energetica per il riscaldamento delle serre e la mancata commercializzazione. Nelle zone terremotate imprenditori al collasso e animali ancora senza ripari provvisori.

“Nei territori già devastati dal sisma la situazione è allo stremo”, spiega la Cia. “Si registrano vendite/svendite “last minute” di bestiame per evitare che si perda l’intero investimento affrontato dall’azienda. Uno scenario desolante on pochi ripari provvisori messi a disposizione di chi ha perso la stalla. Ora a preoccupare, oltre all’emergenza di questa fase, è come le piante da frutta reagiranno ai picchi di freddo. C’è il rischio concreto di “un’onda lunga” che inciderà pesantemente sulle produzioni primaverili”.

Per questo la Cia chiede alle Istituzioni di intervenire con rapidità ed efficienza per evitare il “default” nei campi. La Cia della Puglia, una delle regioni più colpite dal maltempo, ha suggerito, per lo stanziamento di risorse straordinarie, una deroga all’articolo 5 del decreto legislativo 102/2004 (Fondo di solidarietà nazionale per le calamità naturali) sugli eventi assicurabili.

Ed emergono anche i dati del dossier della Coldiretti sugli effetti del maltempo: coltivazioni decimate, con interi raccolti di ortaggi invernali perduti e danni alle piante da frutta come agrumi e viti crollate sotto il peso della neve, ma anche strage di centinaia di animali, con la stima dei danni salita ad almeno 300 milioni di euro se si considerano anche le perdite commerciali dovute alle difficoltà di consegna del latte e degli altri prodotti che si sono salvati dal gelo.

“Gli effetti del freddo”, sottolinea la Coldiretti, “si fanno sentire con un crollo della produzione del latte che si concentra soprattutto al nord dove si teme anche per il congelamento degli impianti di mungitura e di abbeveraggio. Mentre nel mezzogiorno si cominciano a fare i conti di una vera strage che ha portato solo in provincia di Taranto alla morte in azienda di 270 animali, di cui 115 pecore, 65 bovini, 40 vitelli e 50 agnelli, e i numeri sono purtroppo destinati a salire.

“Per effetto del maltempo è scesa fino al 50%”, continua la Coldiretti, “la produzione di latte negli allevamenti delle aree terremotate ma si registra anche un forte aumento degli aborti per lo stress termico a cui sono sottoposti gli animali che in grande maggioranza non possono essere ancora essere ospitati nelle strutture di protezione previste per affrontare l’emergenza”.

La Coldiretti rileva che nei supermercati le consegne di ortaggi sono praticamente dimezzate. Dalle bietole agli spinaci, dalla lattuga ai cavoli, dai finocchi ai carciofi, dalle zucchine fino alle rape sono disponibili in quantità ridotte sugli scaffali di negozi e supermercati, mentre alcune referenze specializzate, come il carciofo spinoso sardo a denominazione di origine, sono addirittura introvabili. Secondo l’analisi della Coldiretti, sono inevitabili i rifessi alla vendita, in una situazione in cui i prezzi degli ortaggi mediamente triplicano dal campo alla tavola,

“Occorre vigilare che non vengano spacciati prodotti stranieri come nazionali per giustificare aumenti non dovuti e per fare acquisti di qualità al giusto prezzo”, spiega la Coldiretti che, a tale proposito, ha elaborato un vademecum con il quale consiglia di verificare l’origine di frutta e verdura nazionale per essere sicuri della stagionalità, di preferire le produzioni locali che non sono soggette a lunghi e difficili trasporti e di privilegiare gli acquisti diretti dagli agricoltori.


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