Fukushima, Greenpeace: preoccupante balzo della radioattività
Nuovo inaspettato, e preoccupante, balzo della radioattività alla centrale nucleare di Fukushima, colpita dal terremoto e dallo tsunami dell’11 marzo 2011: i campioni di acqua prelevati martedì da un pozzo di osservazione vicino all’impianto hanno rilevato cesio 134 in 11.000 becquerel/litro e cesio 137 in 22.000 Bq/l, pari a 111 e 105 volte i valori di venerdì.
La Tepco, il gestore della centrale, già martedì ha reso noto concentrazioni record di cesio 134 saliti (9.000 Bq/l) e di cesio 137 (18.000 Bq/l). Ancora sconosciute le cause alla base del fenomeno, anche se l’utility ha assicurato che avrebbe continuato un monitoraggio continuo. Il pozzo di osservazione, scavato a dicembre accanto al reattore n.2, è a una trentina di metri dall’oceano. I livelli di radioattività sono i più alti mai registrati dallo scoppio della crisi, la peggiore dopo quella di Cernobyl.
“La Tepco dovrebbe usare tutte le sue risorse per impedire che questo accada. Purtroppo la contaminazione delle falde acquifere è solo un altro esempio di come il disastro sia lontano dall’essere stato contenuto” ha commentato Giuseppe Onufrio, direttore esecutivo di Greenpeace Italia che ha reso noti oggi i risultati di 25 campionamenti di frutti di mare effettuati in 5 porti dell’area, 8 dei quali mostrano come la contaminazione radioattività arrivi anche a 55 chilometri dalla centrale. La pesca è stata interdetta nella Prefettura di Fukushima e consentita solo a scopo scientifico, di campionamento. Il futuro dei pescatori locali è quanto mai incerto.
“L’industria nucleare giapponese non è chiaramente in grado di gestire le conseguenze del disastro di Fukushima. L’unica misura preventiva reale per evitare di trovarci in futuro in simili circostanze è quella che prevede l’abbandono del nucleare e il passaggio rapido alle fonti rinnovabili” ha concluso Onufrio.