Granchio blu, individuata seconda specie. Animal Law Italia: no alla pesca “fai-da-te”
Uno studio del Cnr-Irbim intercetta l’arrivo del Portunus segnis, una seconda specie aliena di granchio blu. Animal Law Italia chiede “che anche a questi animali sia garantita la minor sofferenza possibile dalla cattura fino all’uccisione”
Continua a tenere banco la questione del granchio blu (Callinectes sapidus), una specie aliena, originaria delle coste atlantiche americane, che ha recentemente invaso le principali aree di produzione dei molluschi bivalvi dell’Adriatico, con severi impatti ecologici ed economici nelle regioni del Veneto e dell’Emilia Romagna.
Infatti un team di ricerca dell’Istituto per le risorse biologiche e le biotecnologie marine del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Irbim) di Ancona ha dimostrato la presenza nel Mar Adriatico di una seconda specie, il Portunus segnis, originaria del Mar Rosso e dell’Oceano Indiano occidentale. Lo studio, pubblicato dalla rivista BioInvasion Records, fornisce la prima evidenza della presenza del granchio blu del Mar Rosso nel Mar Adriatico.
“Questo arrivo è con tutta probabilità una nuova introduzione attribuibile al trasporto navale, verosimilmente alle acque di zavorra. Considerate le caratteristiche ecologiche del granchio blu del Mar Rosso e il suo range di tolleranza termica, pensiamo che il nord Adriatico non sia ancora un ecosistema ospitale per questa specie e questo dovrebbe al momento scongiurare il rischio di una doppia invasione di granchi blu in Adriatico – spiega Ernesto Azzurro, dirigente di ricerca del Cnr-Irbim. – Il cambiamento climatico sta tuttavia aumentando la vulnerabilità del nostro mare a questo tipo di colonizzazioni, quindi il fenomeno va monitorato attentamente, attraverso una strategia nazionale”.
Intanto il granchio blu è arrivato nei supermercati – si apprende dall’Ansa – “nelle pescherie dei punti vendita di Aspiag Service, la concessionaria del marchio Despar nelle cinque regioni di competenza, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Trentino-Alto Adige, Emilia-Romagna, Lombardia”.
Come riportato dall’agenzia di stampa, la società ha deciso, “considerando anche le alte qualità alimentari del prodotto e la sua versatilità culinaria, di favorirne la conoscenza e il consumo attraverso la promozione nei propri banchi di pesce fresco in tutti i territori dove l’azienda è attiva. La scelta commerciale dell’azienda intende essere un gesto concreto per venire incontro alle pesanti ripercussioni e agli ingenti danni subiti dalla filiera ittica delle nostre regioni“.
Granchio blu, la posizione del Governo
Intanto il Governo ha deciso di contrastare la presenza del granchio blu, stanziando – a inizio agosto – 2,9 milioni di euro “per fronteggiare l’emergenza” e proponendo una strategia volta a contenere la diffusione della specie aliena e a indurre al consumo.
I 2,9 milioni di euro saranno destinati “ai settori dell’itticoltura più colpiti dal crostaceo onnivoro – si legge su Il Sole 24 Ore. – Fondi che potranno essere utilizzati a far data da subito soprattutto da parte dei consorzi e delle imprese di acquacoltura che provvedono alla cattura e allo smaltimento del Callinectes sapidus”.
“Trasformiamo una criticità in un’opportunità. Se c’è consumo e commercio c’è una filiera che si attiva naturalmente. I granchi blu sono una grande risorsa, sulla base ad esempio di un mercato potenziale molto interessante come quello degli Stati Uniti e della Cina, che utilizzano questo animale in maniera massiva”: così il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, nel corso di un incontro avvenuto al Masaf con le associazioni e le istituzioni locali l’8 agosto. – Il granchio blu, tra le sue proprietà, ha una presenza forte di vitamina B12, estremamente preziosa per l’organismo umano. Queste proprietà possono diventare un elemento di promozione molto rilevante“.
Animal Law Italia: le istituzioni sbagliano a incentivare la crudeltà verso questi animali
Sulla “questione granchio blu” è intervenuta oggi l’Organizzazione Animal Law Italia, con riguardo a un video pubblicato dal ministro Lollobrigida qualche giorno fa. “Nel filmato, che mostra un granchio vivo, molto probabilmente destinato a essere gettato in una pentola di acqua bollente – spiega l’Organizzazione – il ministro esalta il consumo come alimento, come soluzione all’eccessiva proliferazione di questa specie”.
“La scienza – spiega ancora Animal Law Italia – ha dimostrato che i crostacei decapodi, ordine di crostacei di cui fa parte anche il granchio blu, sono in grado di provare dolore e la bollitura da vivi rappresenta un’usanza retrograda e violenta, che provoca una morte lenta e dolorosa ed è già stata dichiarata illegale in Svizzera e Nuova Zelanda. Per questo motivo, anche in considerazione dell’evoluzione della sensibilità dei cittadini sul tema del benessere animale, Animal Law Italia invita la politica a non lanciare messaggi distorti e chiede che anche a questi animali sia garantita la minor sofferenza possibile dalla cattura fino all’uccisione”.
L’Organizzazione evidenzia, inoltre, un altro aspetto critico nella comunicazione del Ministro: “il breve filmato si conclude con un ringraziamento «a tutti coloro che ci daranno una mano a raccoglierlo»: parole che sembrano esaltare la pesca “fai-da-te” e quindi incontrollata, senza regole di questo crostaceo – sottolinea – Invitare i cittadini ad andare in spiaggia muniti di retino per dare la caccia ai granchi blu e correre a gettarli in pentola non può certo rappresentare un reale rimedio per un problema ecologico molto complesso, che richiede interventi strutturali da parte delle Istituzioni e non di certo soluzioni così improvvisate e semplicistiche”.