“Rinfreschiamoci senza riscaldare il pianeta”: questa la campagna d’informazione lanciata oggi da Legambiente e Hudson Technologies Europe per la corretta gestione dei fluorocarburi, che hanno un impatto notevole sul clima se vengono rilasciati in atmosfera. Di cosa si tratta? Sono i gas refrigeranti presenti nei frigoriferi, nei condizionatori, negli impianti antincendio. Grazie a questi fluidi la qualità della vita è indubbiamente migliorata, purtroppo però, se rilasciati in atmosfera, intaccano lo strato di ozono e contribuiscono all’effetto serra. Oggi rappresentano in Italia il 50% delle potenziali emissioni climalteranti e, una volta usati, l’Italia ne riesce a raccogliere solo 4 grammi all’anno per abitante.
In questo,  l’Italia si colloca agli ultimi posti nella classifica europea dei paesi che recuperano i refrigeranti: nel nostro Paese nel 2011 sono stati prodotti in media 4,4 grammi/abitante di rifiuto da refrigeranti, un valore notevolmente inferiore a quello conseguito dall’Inghilterra o dalla Germania che raggiungono rispettivamente 23,6 e 23,2 grammi per abitante. Eppure liberare i gas in atmosfera non rappresenta solo un danno ambientale ma anche una perdita economica, perché il recupero e il ritrattamento dei gas refrigeranti possono permetterne il riutilizzo, evitando che si producano refrigeranti nuovi, la cui manifattura è dispendiosa da un punto di vista energetico.
Ecco perché Legambiente e Hudson Technologies Europe hanno promosso una campagna di sensibilizzazione di cittadini e istituzioni sulla gestione e lo smaltimento corretti dei fluidi refrigeranti. Alla Fiera di Milano per la mostra convegno Global Confort Technology, i due partner hanno infatti lanciato “Rinfreschiamoci senza riscaldare il pianeta”, alcune regole semplici per una corretta gestione dei fluorocarburi, con particolare riferimento al fine vita degli elettrodomestici e degli impianti che li contengono. Per contrastare, infatti, il loro impatto sull’ozono è necessario ridurre le emissioni, facendo in modo che impianti e apparecchiature siano installate correttamente, controllate nel funzionamento con cadenza periodica e soprattutto, al termine del ciclo di vita, i gas refrigeranti siano conferiti ai centri di raccolta autorizzati.
“In Italia – dice Giorgio Zampetti, responsabile scientifico di Legambiente – nel 2012 le stime indicano che lo stock di gas refrigeranti ammonti a circa 100mila tonnellate, per un potenziale effetto serra di 250 milioni di tonnellate equivalenti, il 50% circa del totale delle emissioni di gas serra annuali a livello nazionale. Per i soli  HFC, negli ultimi dieci anni, rispetto a una diminuzione generale delle emissioni di gas serra del 9%, l’aumento nel nostro paese è addirittura del 341%. Questi dati richiamano con forza l’importanza di una corretta gestione dei fluorocarburi e dello sviluppo dei nuovi refrigeranti naturali per vincere la sfida dei cambiamenti climatici”.
Spiega Legambiente: “La normativa italiana ed europea vieta la produzione e la vendita di tutte le sostanze lesive per l’ozono, ma queste sono ancora presenti in moltissimi impianti e il loro recupero è considerato prioritario per la difesa ambientale. Lo Stato italiano ha approvato due provvedimenti, il D.Lgs. 26/2013 e il D.Lgs. 108/2013, che stabiliscono le sanzioni per la violazione delle disposizioni derivanti dal Regolamento (CE) 1005/2009 per le sostanze che riducono lo strato di ozono e dal Regolamento (CE) 842/2006 sui gas fluorurati a effetto serra. Queste norme fanno chiarezza sui comportamenti virtuosi nella gestione di queste sostanze e fissano pene severe per i contravventori”.
L’opuscolo informativo di Legambiente e Hudson Technologies Europe sui gas refrigeranti con il decalogo sulla loro corretta gestione è consultabile sul sito di Legambiente http://www.legambiente.it/sites/default/files/docs/gasrefrigeranti_opuscolo.pdf.


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