Dopo essere stata tolta all’ultimo dal Decreto Semplificazioni, la norma “End of waste” sulle materie prime seconde, tanto annunciata in questi mesi dal Ministro dell’ambiente Sergio Costa, rischia di produrre risultati opposti.

È quanto denuncia Legambiente che tramite il suo presidente nazionale, Stefano Ciafani, spiega perché boccia l’ultima versione dell’emendamento End of waste alla legge di Bilancio, in discussione oggi al Senato.

Quando si parla di “End of waste”, si intende il processo di recupero eseguito su un rifiuto, al termine del quale esso perde tale qualifica per acquisire quella di prodotto. 

L’emendamento in questione”, dichiara Ciafani, “anche se da una parte fa salve le autorizzazioni già rilasciate in base al vecchio decreto ministeriale del 5 febbraio 1998 sul recupero rifiuti, non tiene però conto dell’innovazione tecnologica sul riciclo che è maturata negli ultimi venti anni e che non verrebbe agevolata con la norma in via di approvazione”. 

“Se l’emendamento venisse approvato così come è stato scritto, non risolverebbe il problema del blocco delle autorizzazioni degli impianti di riciclo con il rischio di aumentare i flussi a incenerimento e nelle discariche, invece, che indirizzarli a recupero di materia. Per questo”, aggiunge Caifani, “chiediamo al Ministro Costa di intervenire affinché si riprenda in considerazione la versione che era stata prevista nel Decreto Semplificazioni da cui è stata tolta. In Italia l’economia circolare è già una realtà in diversi territori, ma per farla decollare occorre rimuovere gli ostacoli non tecnologici ancora presenti nel nostro Paese e che potrebbero ulteriormente moltiplicarsi se venisse approvato questo emendamento senza ulteriori modifiche”. 


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