Come ridurre il numero di trattamenti antiparassitari nel proprio orto? Si possono utilizzare i fondi del caffè come fertilizzanti alternativi? Come combattere le invasioni di lumache? Ma soprattutto, quali i presupposti etici e sostenibili del modello di agricoltura biologica? Gestire un orto urbano, per di più biologico, è una sfida per esperti e non. Per questo è nato www.ortiurbani.net con il progetto FOR.TEC.Formazione Orticola Tecnologica, piattaforma virtuale e di Formazione A Distanza (FAD): un portale per aspiranti “contadini” che vogliono mettere in produzione i propri appezzamenti attraverso le tecniche dell’agricoltura biologica, come modello sostenibile di conversione del territorio.
 Dietro il progetto il contributo della Provincia di Roma e due ragazzi ; Fabio Ferraldeschi e Giuseppe Romano, che hanno dato vita a SIAB (Servizi Integrati per l’Agricoltura Biologica), una società di giovani professionisti che nasce da una lunga collaborazione con AIAB – Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica. La società ha come obiettivo la fornitura di Servizi Integrati per questo integra nel suo staff diversi professionisti rispetto alle esigenze poste in essere. Si avvale infatti della collaborazione di altri giovani tecnici (architetti, forestali, ingegneri ecc), con i quali il rapporto di stima e collaborazione è ormai saldato da diversi collaborazioni.
 Gli orti urbani si stanno sempre di più diffondendo in Italia. Non solo condomini che si organizzano tra di loro, approfittando magari dello spazio coltivabile in comune. Ci sono anche le storie di cooperative o realtà istituzionali che offrono in affitto appezzamenti di terra. E non mancano comuni che affidano gratuitamente terreni ai cittadini.
 Agli ideatori di ortiurbani.net chiediamo come è nata l’idea del progetto FOR.TEC.: come suggerisce il titolo stesso del progetto tutto nasce dalla “conciliazione di due potenzialità: quella tecnologica e quella formativa che si concretizza nella preparazione tecnica – ci racconta Giuseppe Romano – Il risultato è stato vincente sia dal punto di vista progettuale che di risposta da parte dei cittadini. Basti pensare al boom di iscrizioni all’iniziativa che abbiamo sperimentato in pochi mesi. Dal 1° gennaio abbiamo potuto registrare oltre 700 contatti”.
 Qual è stata quindi la carta vincente?
“Siamo stati in grado – ha proseguito Romano – di rispondere alle reali esigenze della popolazione alla prese con orti e progetti di orticoltura biologica. Non solo. Abbiamo risposto anche a delle esigenze sociali.
 Quale la metodologia didattica?
“L’offerta didattica – ci racconta Fabio Ferraldeschi, che nel portale è Mr OrtoUrbano – è ampia, semplice e gratuita. Si tratta di dispense studiate per un target non tecnico e specializzato. Al centro dei moduli i principi dell’agricoltura biologica che crediamo essere la base fondamentale del sistema orticolo degli orti urbani. Coltivare un orto non significa solo piantare e successivamente cogliere ortaggi, ma soprattutto conoscere il suolo: la sua fertilità, come incrementarla e quali sono le tecniche per non inquinarlo. Abbiamo voluto comunicare anche il funzionamento di tutto l’agrosistema in generale per imparare a capire anche cosa succede intorno alle piante, come la gestione delle erbe infestanti”.
 Sono esperti o si tratta di gente comune che si mette alla prova?
“Temevamo – ha spiegato Romano – che contenuti così generali disorientassero o non interessassero agli utenti. In realtà non è stato così, molti consumatori hanno dichiarato di aver scoperto un mondo, quello nascosto dell’agricoltura biologica, che non conoscevano e che nessuno gli aveva mai spiegato. Molti tecnici si avvicinano per curiosità, ma essenzialmente si tratta di persone non hanno una preparazione specifica, da cittadini che hanno un piccolo orto o piccole realtà anche sul balcone di casa a insegnanti che desiderano imparare per comunicare alle giovani generazioni i saperi della terra”.
A cura di Silvia Biasotto

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