Da Katowice deve arrivare un “salto di qualità” sugli obiettivi climatici dei paesi, in modo che si scenda sotto l’aumento di 1,5 gradi. È l’appello che arriva dal WWF, presente in Polonia alla Conferenza sul clima delle Nazioni Unite, la Cop24, chiamata a tradurre nella pratica gli obiettivi di lotta al riscaldamento globale siglati con gli accordi di Parigi.

Il quadro non è facile. Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha esortato i paesi a trovare compromessi per affrontare il riscaldamento globale. Si teme che la conferenza si chiuda senza accordi sostanziali. Come riporta l’Ansa, nel suo secondo appello alla conferenza nel giro di 10 giorni, Antonio Guterres ha detto ai ministri e ai diplomatici di quasi 200 Paesi che dovrebbero considerare il destino delle future generazioni: “E’ ora di raggiungere dei compromessi politici. Questo significa sacrifici individuali, ma che porteranno benefici a livello collettivo”.

Dagli ambientalisti arriva la richiesta di fare di più. “Da Katowice deve arrivare una decisione che inviti i Paesi a rivedere e migliorare i propri obiettivi climatici nazionali entro il 2020 alla luce del Report IPCC su 1.5° C. Abbiamo bisogno anche di un ‘Libro delle Regole’ forte come primo passo per consolidare il meccanismo di ambizione dell’accordo di Parigi”, ha detto Mariagrazia Midulla, responsabile Energia e Clima del WWF Italia che insieme al Team internazionale è a Katowice per seguire i negoziati della Cop24.

“In questo quadro quello dato ieri dal ministro dell’Ambiente dell’Italia Sergio Costa che ha annunciato l’adesione alla Coalizione ‘Per ambizioni più alte’, è un segnale estremamente importante che speriamo sia d’esempio ad altri paesi oltre a quelli che hanno già firmato – prosegue Midulla – Per quanto riguarda i cambiamenti climatici non si deve più parlare di urgenza come si è fatto negli ultimi 10 anni: si tratta di una vera e propria emergenza. Il rapporto dell’IPCC sul riscaldamento globale a 1,5° globale è chiaro: le emissioni devono essere ridotte almeno del 45% a livello globale entro il 2030. La sopravvivenza di persone, specie ed ecosistemi dipende da questo”.


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