Da qui al 2030 l’agricoltura produrrà più emissioni dell’industria, un paradosso incredibile: il ministro Centinaio domani, a Bruxelles, annunci il cambio di rotta! Lo chiede la Coalizione #CambiamoAgricoltura in vista del Consiglio dei Ministri Ue Agricoltura e Pesca previsto per domani. Il Consiglio esaminerà il pacchetto di riforma della politica agricola comune (PAC) dopo il 2020. I ministri procederanno a uno scambio di opinioni sul nuovo modello di attuazione stabilito nella proposta della Commissione relativa a un regolamento sui piani strategici della PAC. I ministri terranno inoltre uno scambio di opinioni sugli aspetti relativi all’agricoltura della comunicazione “Un pianeta pulito per tutti – Visione strategica a lungo termine per un’economia climaticamente neutra”, a seguito di una presentazione da parte della Commissione.

È cronaca di questi giorni quella dei danni che il meteo causa al settore agricolo – si legge in una nota della Coalizione – Fenomeni estremi e anomali rischiano di diventare sempre più frequenti con il procedere del cambiamento climatico, a cui l’agricoltura pagherà il conto più salato. “L’agricoltura oltre che vittima è anche una causa dei Cambiamenti Climatici, essendo una delle fonti di emissioni di gas climalteranti (nella UE oltre il 20% delle emissioni è causato dall’agricoltura), e soprattutto è del tutto priva di una strategia di sostenibilità” denunciano le associazioni (WWF, FAI, Legambiente, Lipu, ProNatura, ISDE, FederBio, AIAB e Associazione Biodinamica) aderenti alla Coalizione CambiamoAgricoltura, che in vista del Consiglio dei Ministri UE dell’agricoltura di domani ha prodotto un dossier con i dati sul contributo di agricoltura e allevamento intensivi al bilancio dei gas climalteranti del nostro Paese (www.cambiamoagricoltura.it).

Le associazioni chiedono al Governo italiano, rappresentato dal Ministro Centinaio, di impegnarsi per sostenere le sfide ambientali della PAC, rivedendo le posizioni dell’Italia in seno al Consiglio europeo. Gli impegni ambientali richiesti agli agricoltori a fronte delle risorse pubbliche della PAC non possono essere considerate un onere che grava sulle spalle delle aziende agricole, ma sono piuttosto il modo più efficace di tutelare il loro reddito.


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