Il mondo è in ritardo nella lotta ai cambiamenti climatici. Ci sono solo una manciata di anni per invertire la rotta e dimezzare le emissioni globali. “Quella del clima è già oggi una questione di vita o morte” per diversi paesi del mondo, è l’appello lanciato da Antonio Guterres, segretario generale delle Nazioni unite, in apertura della Conferenza Onu sul clima, la COP24 che si svolge a Katowice, in Polonia. Ma l’annuncio della Polonia, che ha già detto di non voler rinunciare al carbone, ha gettato da subito una luce preoccupante sull’andamento della Conferenza. Che è chiamata a un obiettivo importantissimo: tradurre in pratica quanto stabilito dall’Accordo di Parigi per contenere l’aumento medio delle temperature entro 1,5 gradi.

La sfida per fermare il surriscaldamento del pianeta è quella di limitare l’innalzamento delle temperature sotto i 1,5°C – 2°C come stabilito nel 2015 ma l’obiettivo è arduo e il tempo a disposizione sempre più limitato, evidenzia in Italia Kyoto Club. La sigla ricorda che, secondo il panel di esperti dell’ONU sui cambiamenti climatici (IPCC), rimangono solo 12 anni per invertire la rotta: è necessario che in questo lasso di tempo la comunità internazionale riesca a darsi degli obiettivi più ambiziosi e tagliare drasticamente le emissioni climalteranti entro il 2030.

“Siamo in una fase molto delicata – commenta Gianni Silvestrini, Direttore scientifico di Kyoto Club –  Malgrado l’accelerazione degli eventi estremi, l’isolazionismo Trumpiano rischia di trovare terreno fertile in alcuni paesi, vedi il Brasile. D’altra parte le mobilitazioni dal basso e le posizioni sempre più ambiziose di molte città, regioni, Stati e imprese fanno sperare in una riscossa volta a scongiurare il disastro climatico. Siamo di fronte a un’accelerazione senza precedenti dei cambiamenti climatici – prosegue Silvestrini – e a rischiare non sono più solamente le generazioni future, ma anche la nostra”.

In Polonia si gioca molto del futuro del Pianeta. L’attenzione degli ambientalisti è alta. Sostiene Mauro Albrizio, responsabile dell’ufficio europeo di Legambiente: “Non è ammesso un fallimento e molto dipenderà dalla leadership che l’Europa saprà mettere in campo. Serve un forte protagonismo europeo in grado di superare il minimalismo della presidenza polacca e consentire ad un’Europa coesa di essere il perno di una “Coalizione di Ambiziosi”, con il pieno coinvolgimento e supporto della Cina, in grado di ricreare lo spirito di Parigi. Una sfida che l’Europa può e deve vincere non solo per il successo di Katowice, ma soprattutto per accelerare la decarbonizzazione dell’economia europea e vincere la triplice sfida climatica, economica e sociale, creando nuove opportunità per l’occupazione e la competitività delle nostre imprese”. Per l’associazione è necessario raggiungere l’obiettivo delle “zero emissioni nette entro il 2050 a livello globale”. 

“Dobbiamo fare in modo che queste negoziazioni non deludano le aspettative – ha dichiarato Mariagrazia Midulla, Responsabile Clima ed Energia del WWF Italia -. La COP24 deve consolidare la spinta che si è generata nel 2018 e porre le fondamenta per il successo del vertice del Segretario Generale delle Nazioni Unite nel 2019, per rafforzare gli impegni sul clima e le azioni di cui il mondo come lo conosciamo ha bisogno per la sua sopravvivenza. Senza un’ambiziosa e drastica azione sul clima sarà impossibile mantenere il riscaldamento globale entro 1,5°C ”.

 

Notizia pubblicata il 04/12/2018 ore 17.30


Vuoi ricevere altri aggiornamenti su questi temi?
Iscriviti alla newsletter!



Dopo aver inviato il modulo, controlla la tua casella per confermare l'iscrizione
Privacy Policy

Parliamone ;-)