Il Mar Mediterraneo è sempre più specchio dei cambiamenti climatici. È un’area molto soggetta ai cambiamenti nel clima e sta rispondendo al riscaldamento globale in modo molto rapido. In sintesi: c’è una forte evaporazione, maggiore di quanto arriva da piogge e apporti fluviali, mentre la temperatura e la salinità stanno aumentando molto più rapidamente rispetto al passato – dal 2005 stanno crescendo a velocità doppia rispetto al periodo 1960-2005.

Il Mar Mediterraneo è una delle regioni più soggette all’aumento delle temperature e alla riduzione delle precipitazioni, dove gli effetti del global warming si manifestano più rapidamente che negli oceani, anche perché i tempi di ricambio delle acque sono relativamente brevi rispetto a quelli di un oceano”. Così Katrin Schroeder, ricercatrice dell’Istituto di scienze marine del Consiglio nazionale delle ricerche di Venezia (Ismar-Cnr), che sul tema ha coordinato due studi internazionali pubblicati sulla rivista Scientific Reports in collaborazione con il National Oceanography Centre di Southampton (Uk) e l’Institut National des Sciences et Technologies de la Mer di Salamboo (Tunisia). “Nel Mediterraneo l’evaporazione è predominante rispetto alle precipitazioni e agli apporti fluviali e, nel bacino orientale, siccità e temperature hanno recentemente raggiunto livelli record rispetto agli ultimi 500 anni”.

L’Ismar-Cnr analizza da oltre vent’anni le caratteristiche dell’acqua in transito nel Canale di Sicilia, punto di contatto tra i bacini orientale e occidentale del Mediterraneo. “I dati dello studio evidenziano che dalla fine del 1993 ad oggi le proprietà termoaline (temperatura e salinità) dell’acqua proveniente dal Mediterraneo orientale, tra i 300 e 600 metri di profondità, hanno subito rilevanti variazioni. In particolare, la rapidità con cui stanno aumentando è di due volte e mezzo maggiore rispetto a quella osservata nel Mediterraneo orientale nella seconda metà del XX secolo ed è di un ordine di grandezza superiore a quella che si osserva negli oceani (nel caso della temperatura, 0,05 gradi all’anno nel Mediterraneo orientale, 0,005 gradi all’anno nell’oceano globale)”, spiega la ricercatrice Ismar-Cnr. I dati della ricerca, e la crescita veloce di salinità e temperatura, suggeriscono “una veloce transizione verso un nuovo equilibrio che si riverbera sull’ecosistema marino profondo”.


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