Clima, approvato il Piano nazionale di adattamento al cambiamento climatico (Foto di Enrique da Pixabay)

Il Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica ha approvato il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici. “Un passo importante per la pianificazione e l’attuazione di azioni di adattamento ai cambiamenti climatici nel nostro Paese”, informa il Ministero online.

Come si legge all’inizio del documento, “l’Italia si trova nel cosiddetto “hot spot mediterraneo”, un’area identificata come particolarmente vulnerabile ai cambiamenti climatici (IPCC, ARC.6; IPCC ARC.5; EEA 2012). Il territorio nazionale è, inoltre, notoriamente soggetto ai rischi naturali (fenomeni di dissesto, alluvioni, erosione delle coste, carenza idrica) e già oggi è evidente come l’aumento delle temperature e l’intensificarsi di eventi estremi connessi ai cambiamenti climatici (siccità, ondate di caldo, venti, piogge intense, ecc.) amplifichino tali rischi i cui impatti economici, sociali e ambientali sono destinati ad aumentare nei prossimi decenni”.

“L’obiettivo principale del PNACC – si legge ancora nel documento – è fornire un quadro di indirizzo nazionale per l’implementazione di azioni finalizzate a ridurre al minimo possibile i rischi derivanti dai cambiamenti climatici, a migliorare la capacità di adattamento dei sistemi socioeconomici e naturali, nonché a trarre vantaggio dalle eventuali opportunità che si potranno presentare con le nuove condizioni climatiche”.

Giovannini (ASviS): “Bene l’approvazione del Pnacc, ora occorre attuarlo”

Il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici (PNACC) è il documento che funge da guida per pianificare le politiche di adattamento sul piano nazionale e locale, nel breve e lungo periodo.

Commenta il direttore scientifico dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS), Enrico Giovannini a seguito dell’approvazione del Piano: «Dopo anni di attesa, il nostro Paese ha finalmente un Piano nazionale di adattamento al cambiamento climatico, uno strumento fondamentale per integrare a livello nazionale e locale le politiche di contrasto agli impatti della crisi climatica. Per dare immediata e piena attuazione al Piano occorre che il Governo crei in tempi brevissimi la struttura di governance prevista dallo stesso Piano, così da trasformare gli obiettivi stabiliti in azioni concrete. Inoltre, va ricordato che il Pnacc non beneficia di specifiche risorse finanziarie: per questo, bisogna urgentemente valutare se e come gli investimenti previsti dal Pnrr o quelli finanziati da altri strumenti, come i fondi europei e nazionali per la coesione, possono contribuire alla realizzazione del Piano. Tali analisi vanno condotte entro marzo, così da poter valutare in occasione della preparazione del prossimo Documento di Economia e Finanza eventuali correzioni da riversare poi nella Legge di bilancio per il 2025. Le politiche di contrasto e di adattamento alla crisi climatica devono essere considerate prioritarie dal Governo, dalle Regioni e dai Comuni, per scongiurare disastri come quelli degli ultimi anni e rendere le nostre infrastrutture resilienti».

Legambiente: si stanzino subito le risorse economiche ancora assenti

«Finalmente dopo sei lunghi anni dalla prima bozza e dopo ben quattro governi, l’Italia – ha detto Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – ha approvato il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici, il PNACC, che raccoglie 361 azioni rivolte ai sistemi naturali, sociali ed economici. Si tratta della prima buona notizia con cui si apre questo 2024 e di un passo importante nella lotta alla crisi climatica che arriva dopo anni di ritardi e stalli».

Legambiente ricorda i diversi passaggi che hanno scandito l’iter del piano, dalla prima bozza del 2018 fino alla bozza aggiornata pubblicata online nel 2022 e all’approvazione di questi giorni.

«Ora però ricordiamo al Ministro dell’ambiente e al Governo Meloni che per attuare il PNACC sarà fondamentale stanziare le risorse economiche necessarie e ad oggi ancora assenti, non previste neanche nell’ultima legge di bilancio, altrimenti il rischio è che il piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici resti solo sulla carta – spiega Ciafani – Sarà, inoltre, importante approvare un PNIEC, Piano Nazionale Integrato Energia e Clima, con obiettivi più ambiziosi di produzione di energia rinnovabile e di riduzione di gas climalteranti al 2030; una legge sullo stop al consumo di suolo che ancora manca all’appello dopo oltre 11 anni dall’inizio del primo iter legislativo, semplificando anche la demolizione e la ricostruzione degli edifici esistenti ed entro tre mesi si emani il decreto che attiva l’Osservatorio nazionale per l’adattamento ai cambiamenti climatici, con funzione di coordinamento tra i livelli di governo del territorio e dei vari settori».

Tema quanto mai fondamentale, se si considera che l’Italia, ricorda ancora Legambiente, è “sempre più esposta alla crisi climatica che avanza e all’intensificarsi degli eventi meteorologici estremi che nel 2023 sono arrivati a quota 378, +22% rispetto all’anno precedente”.


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