“Non ci saranno posti di lavoro e nessuna imprenditorialità su un pianeta morto”, lo ha affermato il Comitato Economico e Sociale Europeo (CESE) nel suo parere, a firma Rudy de Leeuw, dal titolo Patto europeo per le finanze e il clima e adottato il 17 ottobre.L’invito che il prossimo quadro finanziario pluriennale (2021-2027) sia funzionale allo sviluppo economico e all’occupazione e permettere all’UE di raggiungere i suoi obiettivi e di contribuire alla transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio entro il 2050.

A preoccupare sono anche i costi dei cambiamenti climatici, come conseguenza delle catastrofi naturali che spesso portano a interventi, ricostruzioni e migrazioni. Secondo il CESE in assenza di misure di adeguamento, i cambiamenti climatici previsti per il 2080 avrebbero un costo di 190 miliardi di EUR all’anno (soltanto per il costo delle assicurazioni intese a coprire i danni causati da tali cambiamenti), a prezzi costanti, per le famiglie di tutta l’UE.

L’Europa – si legge nel parere – deve dimostrare che può offrire un ambiente propizio alla creazione di posti di lavoro di qualità, ben retribuiti e rispettosi dell’ambiente, e rilanciare l’economia reale a beneficio di tutti: imprenditori, lavoratori e cittadini europei. Tuttavia, enormi masse di capitali alimentano nuove bolle finanziarie, invece di irrigare l’economia reale e istituzioni come l’FMI segnalano la possibilità di una nuova crisi, ancora più devastante di quella del 2008.. “Vogliamo reindirizzare l’enorme quantità di denaro, che attualmente scorre nelle bolle finanziarie , nell’economia reale, inclusi maggiori investimenti in innovazione e R & S, con particolare attenzione alla transizione energetica, alle economie circolari e collaborative e automazione al fine di evitare il declino di posti di lavoro di qualità”, ha sottolineato de Leeuw.

La prima misura da adottare dovrebbe essere l’istituzione di un sistema di classificazione unica (tassonomia) dell’UE, per individuare i progetti sostenibili (e scartare quelli che non lo sono) e individuare i settori in cui gli investimenti possono avere l’impatto più incisivo. Il Parlamento europeo sostiene questo approccio e ha inoltre proposto l’istituzione di un marchio di qualità ecologica. Il marchio dovrebbe essere concesso agli investimenti che rispondano alla tassonomia dell’UE e alle norme più rigorose in materia di sostenibilità, nell’ottica di una destinazione virtuosa degli investimenti.

Notizia pubblicata il 19/10/2018 ore 10.54


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