Gli italiani stanno diventando sempre più consapevoli e sensibili nei confronti dei bioshopper e della chimica verde. La conoscenza della norma che ha messo al bando i tradizionali sacchetti di plastica (ossia in polietilene) è ampiamente diffusa. La normativa entrata in vigore il 1° gennaio 2011 è nota a più del 90% della popolazione. Oltre il 90% ritiene la legge sulle buste per la spesa un doveroso passo avanti per la tutela dell’ambiente e il 76% concorda sull’anticipazione delle sanzioni per chi non rispetta la norma. Il 60% inoltre crede che la chimica verde possa essere un settore su cui puntare per la crescita e lo sviluppo occupazionale. Sono i principali risultati di uno studio atteggiamenti degli italiani nei confronti della chimica verde e delle sue principali applicazioni, tra cui i bioshopper, realizzato da ISPO Ricerche per conto di Assobioplastiche.
Quali i principali risultati? Si riconferma elevato il consenso verso la norma che ha messo al bando i tradizionali shopper di plastica, a favore invece di materiali ecocompatibili: rimane costante, infatti, dalla prima delle tre rilevazioni effettuate (maggio 2011, gennaio 2012, novembre 2012), la certezza che si tratti di un passo in avanti nel rispetto dell’ambiente e l’idea che un’imposizione di legge sia positiva se costringe ad essere più responsabili dal punto di vista ambientale (circa 90% di consensi per entrambe le posizioni). Sull’opportunità della legge  gli italiani non sembrano avere dubbi, così come non mettono in discussione la necessità delle sanzioni e l’urgenza delle stesse, che per molti (62%) sarebbero dovute entrare in vigore sin dal 2011. Gli operatori del settore hanno avuto, infatti, a partire da gennaio 2011, tutto il tempo di adeguarsi: lo pensa il 76%.
Più sfumate e meno uniformi le posizioni circa la distinzione fra biodegradabile e compostabile. Non raggiunge la metà degli intervistati la quota di chi sa della distinzione, ma chi ne è consapevole, oggi più di gennaio sa indicare come distinguerli, soprattutto per una maggiore memorizzazione del mais come componente del compostabile. Gli italiani si stanno quindi abituando, lentamente, a distinguere i materiali, ma questo vale solo per coloro che sembrano già essere attenti o consapevoli. Fra le caratteristiche dei compostabili, la resistenza rimane sempre uno degli aspetti più criticati in particolare per il riutilizzo dei bioshopper per la spesa. Non si riscontrano invece particolari criticità per il riutilizzo per la raccolta differenziata, per la dimensione, per l’odore e per il prezzo alla cassa, fattori ritenuti accettabili per più del 50% dei rispondenti. È diffuso e costante l’apprezzamento, invece, per la possibilità che i sacchetti per imbustare frutta e verdura siano in materiale compostabile ed alla maggior parte dei rispondenti, il 52%, farebbe piacere che fosse proprio il supermercato di fiducia ad avviare questa sperimentazione.
Commenta Marco Versari, presidente di Assobioplastiche: “I risultati di questa indagine confermano che la coscienza ambientale degli italiani è sempre più consapevole e viva, come pure il sentimento di rispetto per la legge sui sacchetti per la spesa, ritenuta positiva dalla stragrande maggioranza dei nostri connazionali. Non solo. Gli italiani iniziano a percepire chiaramente anche le opportunità offerte dalla chimica verde come possibile motore per lo sviluppo ecosostenibile e per la crescita occupazionale”.


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