Appalti Verdi nei Comuni italiani. Il Rapporto Legambiente – Fondazione Ecosistemi

Appalti Verdi nei Comuni italiani. Il Rapporto Legambiente – Fondazione Ecosistemi (foto Pixabay)

È stato presentato oggi il VI Rapporto dell’Osservatorio Appalti Verdi di Legambiente – Fondazione Ecosistemi, un monitoraggio realizzato per verificare l’applicazione nel 2022 del Green Public Procurement (GPP) e dei Criteri Ambientali Minimi (CAM), voci che costituiscono l’indice di performance ambientale e sociale, dei Comuni italiani.

Il Rapporto è stato presentato nell’ambito della X edizione dell’EcoForum – organizzato da Legambiente, La Nuova Ecologia e Kyoto Club, con il patrocinio del MASE e della Regione Lazio – e va a completare l’indagine illustrata a maggio su 157 Stazioni Appaltanti (44 Aziende Sanitarie Locali, 99 Enti Gestori di Aree protette e 14 Centrali di Committenza Regionali).

Appalti verdi, alcuni dati del Rapporto

Quest’anno – si legge in una nota di Legambiente – il campione di analisi è composto da due sottoinsiemi di dati, che fanno riferimento all’applicazione del GPP e dei CAM nei bandi 2022, quello consueto dei Comuni capoluogo, in totale 66, e quello nuovo delle 325 amministrazioni non capoluogo.

Entrambi gli ambiti vanno ad aggiornare la prima piattaforma webgis presente In Italia, una mappa interattiva che fotografa gli Appalti Verdi nel Paese.

Nel primo caso, è stato possibile calcolare l’indice di performance per 38 Capoluoghi su 66, il 58% dei rispondenti, con una media dell’indice di performance GPP/CAM pari al 72%. Nonostante nessuno dei 38 Capoluoghi possa essere annoverato 100% GPP, sono 6 quelli con un indice superiore al 90%: Teramo e Savona (95%); Ragusa, Padova, Cosenza (93%) e Rimini (92%).

Rispetto al Rapporto 2022 (dati 2021), ad esclusione di 3 Comuni capoluogo sui quali non è possibile fare alcun confronto, per gli altri 35 capoluoghi monitorati emerge un’immagine in chiaroscuro – osserva Legambiente. – Sono 21 i capoluoghi (il 60%) che hanno migliorato la propria performance GPP, con Arezzo in testa con un balzo di 60 punti percentuali, passando dal 18% del 2021 al 78% del 2022; emergono poi 12 capoluoghi (il 34%) che hanno invece peggiorato la propria performance, con Pavia il capoluogo meno virtuoso con una flessione di 52 punti percentuali, passando dall’85% del 2021 al 33% del 2022.

Due capoluoghi – Belluno e Cremona – hanno mantenuto lo stesso valore del 2021, con un indice GPP pari all’85%.

“Il GPP ed i Criteri Ambientali Minimi rappresentano il telaio su cui poggia la transizione ecologica – dichiara Andrea Minutolo, Responsabile scientifico Legambiente – Molto è stato fatto, e la presenza di un Comune non capoluogo 100% GPP ne è la dimostrazione, ma c’è ancora tanto da fare. Infatti, in un contesto come quello attuale, caratterizzato dalla crisi climatica e dalla risposta che in parte ad essa viene data dal PNRR, il tema degli appalti verdi diventa centrale. È fondamentale adottare un approccio scientifico, quale è l’indice di performance ambientale e sociale elaborato dall’OAV, che responsabilizza ed incoraggia le Pubbliche Amministrazioni a cambiare approccio e adottare servizi validi sotto il punto di vista ambientale”.


Vuoi ricevere altri aggiornamenti su questi temi?
Iscriviti alla newsletter!



Dopo aver inviato il modulo, controlla la tua casella per confermare l'iscrizione
Privacy Policy

Parliamone ;-)