A Carnevale si scherza ma senza plastica: i consigli del WWF
Meno rifiuti e più sostenibilità, i consigli del WWF per un Carnevale senza plastica
Non trasformiamo il Carnevale in una festa piena di plastica. Anche per questa festa divertente e colorata si può usare un approccio diverso, che porti con sé meno rifiuti e più sostenibilità. Come? Dal WWF arriva qualche suggerimento, o ecotips come li chiama l’associazione ambientalista, per fare in modo che il Carnevale non diventi un plastic party.
Coriandoli e costumi per un Carnevale senza plastica
Fra gli accorgimenti suggeriti dal WWF nei suoi ecotips c’è quello di sostituire coriandoli e stelle filanti di plastica con prodotti fai-da-te, sminuzzando vecchie riviste, fogli o carte regalo, oppure riciclare vecchi vestiti per creare il proprio originale costume senza acquistarne di nuovi, truccarsi con prodotti naturali e biologici per colorare la pelle e il viso evitando i glitter. Sono microplastiche che una volta lavato il viso finiscono in mare.
Qual è dunque qualche consiglio per il Carnevale senza plastica? Primo: coriandoli e stelle filanti fai da te, “fabbricati” prendendo della carta riciclata o da buttare e forando i fogli. Secondo: scegliere bene il trucco di Carnevale.
«La maggior parte dei trucchi disponibili sul mercato non sono eco-compatibili: una volta finita la festa, ci si lava il viso e tutte le sostanze tossiche che non sono state assorbite dalla pelle finiscono nei fiumi e nei mari – dice il WWF – Per evitare di mettere sul viso materiali dannosi e chimici, ci si può indirizzare verso i trucchi bio e quindi anche agli eco-glitter».
Perchè non scegliere poi un costume di Carnevale riciclato, o inventato a partire da quello che si ha a disposizione? Il WWF richiama direttamente il vestito di Arlecchino, fatto con stoffe riciclate di mille pezzi colorati.
«La fantasia premia sempre: costruite da voi il vostro abito, cucitelo con avanzi di stoffa: sarà divertente e imparerete anche una nuova arte – consiglia l’associazione ambientalista – Se non riuscite o nessuno vi può aiutare, potete anche noleggiarne uno. Non acquistatene uno nuovo: riciclate, inventate, mettetevi alla prova, la soddisfazione sarà ancora più grande!».
Comuni plastic free
A Carnevale si distinguono anche le iniziative plastic free di alcuni Comuni, ancora “troppo pochi” – chiosa il WWF.
«Il Carnevale ecologico dovrebbe diventare un ‘must’ per le comunità che storicamente hanno in programma festeggiamenti e eventi: alcuni comuni (troppo pochi data l’emergenza) hanno deciso di ridurre l’utilizzo di plastica con specifiche ordinanze, come quello di Viareggio, che per il quinto anno consecutivo indica agli esercenti di proporre contenitori monouso in materiale biodegradabile e compostabile per la distribuzione di bevande e alimenti. Iniziative simili anche a Ferrara, Capo d’Orlando e Tropea. Anche nella città ‘simbolo’ del Carnevale, Venezia, si stanno adottando iniziative simili: una recente ordinanza del Comune ha vietato anche per questa edizione l’uso di coriandoli e stelle filanti in plastica, chiedendo a cittadini e turisti di utilizzare solo materiali biodegradabili. In una città come Venezia, che si sviluppa sul mare, è molto facile che i coriandoli, le stelle filanti e i glitter dalle strade finiscano in mare inquinando l’ambiente e la fauna che ci abita».
Emergenza plastica
Sono consigli e iniziative che si inseriscono in un contesto di grande preoccupazione qual è quello dell’inquinamento da plastica e microplastica. «Ogni giorno nel nostro corpo entrano più di 100mila microplastiche pari a diversi milligrammi e questo ci espone ad un vero e proprio cocktail di sostanze chimiche nocive», spiega il WWF.
Oggi il Mar Mediterraneo è un “hotspot di concentrazione delle plastiche” e ogni anno circa 229mila tonnellate di plastiche finiscono nelle sue acque, l’equivalente di 500 container al giorno. Sempre nel Mediterraneo, ricorda il WWF, si registra “la più alta concentrazione di microplastiche mai misurata nei fondali marini: 1,9 milioni di frammenti per metro quadrato”.
